Calcio - 24 aprile 2019, 12:03

Toro, cinque giornate per sognare

Mai, nell’era dei tre punti, i granata avevano fatto così bene. Ma per l’Europa (e guardare a un traguardo fino a poco fa impensabile) serve un sprint finale dal centrometristi. Domenica sfida dal sapore antico contro il Milan

I telefonini erano un mezzo di comunicazione riservato a pochi privilegiati. Internet era agli albori, la pay tv era appena nata, i messaggi whatsapp o i modi di comunicare oggi abituali allora erano addirittura impensabili. Stiamo parlando del 1994, l’ultimo anno in cui il campionato italiano assegnava i due punti a vittoria. E l’ultimo anno del (primo ciclo di) Mondo a Torino.

Il suo Torino fallì all’ultima giornata la qualificazione in Coppa Uefa e dalla stagione successiva iniziò un ventennio di tribolazioni e sofferenze per il popolo granata, con molti campionati di serie B, tante sofferenze e poche gioie. Neppure nel 2013/2014, la stagione che poi si concluse con la qualificazione in Europa League (grazie al ripescaggio successivo alle disgrazie economiche del Parma), il Toro andava così forte. A cinque giornate dalla fine la squadra allora allenata da Ventura aveva collezionato 48 punti, quella attuale è settima come allora ma a quota 53.

Ben cinque lunghezze in più, che testimoniano quanto bene abbia saputo fare questo Toro. E’ l’unica squadra di serie A ad aver perso una sola volta in trasferta (a Roma alla prima di ritorno, neppure la Juve ha saputo fare altrettanto), imbattuta a San Siro e capace di vincere a Marassi sia contro la Samp che contro il Genoa. In casa la squadra è meno convincente, anche se da dopo Natale ha sbagliato solo due partite, contro Bologna e Cagliari, ma quelli sono punti in meno che ora pesano.

Sì, perché l’ultimo turno, grazie alla vittoria contro il Genoa e alla frenata di tutte le rivali (Atalanta esclusa, capace di vincere a Napoli il posticipo di Pasquetta) il Toro si ritrova settimo, avendo scavalcato la Lazio e adesso deve tifare per una finale di Coppa Italia Milan-Atalanta che vorrebbe dire che, mantenendo anche solo questa posizione, i granata sarebbero qualificati per la prossima Europa League. Ma Milan e Atalanta sono anche le squadre che occupano il quarto posto e domenica sera i rossoneri faranno visita alla squadra di Mazzarri all’Olimpico-Grande Torino. Una classica del calcio italiano torna a profumare di altissima classifica per entrambe dopo un quarto di secolo, non è una bestemmia dire che per il Toro si tratta della partita più importante degli ultimi 25 anni.

Vincerla schiuderebbe orizzonti di gloria inimmaginabili a inizio stagione. C’è paura a pronunciare quella parola, ma se Belotti e compagnia battono per la prima volta nell’era Cairo il Milan, allora è lecito persino sognare la Champions, anche se questa squadra non ha oggettivamente la qualità e la profondità di organico che servono per puntare a quell’obiettivo. Il Toro può e deve consolidare il suo piazzamento in zona Europa e una vittoria sul Milan avvicinerebbe di molto il traguardo. Poi il resto verrà eventualmente più in là.

Ma è già enorme pensare a certi traguardi per chi, prima del via del campionato, era accreditato al massimo per settimo posto e i preliminari di Europa League. Nell’anno del 70esimo anniversario di Superga i tifosi granata vogliono sognare, non voltare sempre la testa indietro per rivedere pagine di storia.

Massimo De Marzi