“Fuori il fascismo dal Salone del Libro”. Tramite il medesimo post su Facebook i consiglieri comunali del M5S Damiano Carretto e Maura Paoli criticano fortemente la presenza dell’Altaforte Edizione alla kermesse letteraria, in programma al Lingotto dal 9 al 13 maggio, giudicandola “assolutamente inopportuna: penso sia sufficiente una rapida lettura dei titoli nel loro catalogo.” Parole condivise anche dalla collega Daniela Albano.
La partecipazione della casa editrice vicino a CasaPound, che ha appena pubblicato il libro intervista di Matteo Salvini, ha generato un vespaio di polemiche culminate nelle dimissioni di Christian Raimo dal gruppo di consulenti del Salone. A poche ore di distanza poi l’annuncio del collettivo di scrittori Wu Ming di non prendere parte alla kermesse per non voler “condividere alcuno spazio o cornice coi fascisti”. Una posizione condivisa anche dallo storico Carlo Ginzburg.
“La nostra città, - commentano Carretto, Paoli e Albano - medaglia d'oro al valor militare per la Resistenza, non può e non deve accettare che vengano diffusi messaggi di chiaro stampo fascista all'interno del più importante evento culturale cittadino.”
Secondo i grillini non viene leso “alcun diritto costituzionale nel voler sancire in modo chiaro e netto che chi si adopera per diffondere ideali che non dovrebbero più trovare spazio nel nostro Paese, non può trovare spazio in un evento della Città di Torino. “
“Bisogna ribadire con fermezza -aggiungono - il fatto di essere convintamente antifascisti e occorre ricacciare indietro con forza ogni rigurgito.” L’auspicio è che il Comitato “di indirizzo del Salone riveda la propria posizione ed escluda la società Altaforte Edizioni dalla manifestazione.”