"Escludere AltaForte e Polacchi" dal Salone del Libro: "qualsiasi via intermedia, qualsiasi compromesso, sancirebbe per il Salone, una perdita sul piano culturale che non possiamo accettare". A lanciare l'appello via Facebook è la capogruppo del M5S Valentina Sganga, che chiede agli organizzatori della kermesse letteraria di rivedere la loro posizione e non fare partecipare la casa editrice vicina a CasaPound.
"Sfruttare la visibilità del Salone - dichiara Sganga, commentando le esternazioni dell'editore di AltaForte Francesco Polacchi - tacciare l'antifascismo di "male assoluto" o per decantare le fantamatiche doti da statista di Mussolini è una vergogna assoluta oltre che una ferita al cuore della cultura democratica".
"Al Salone - prosegue - anche quelli che non ci piacciono, saranno sempre i benvenuti. I picchiatori fascisti, no. I violenti, no. I provocatori, no. Gli intimidatori, no".
"Vogliamo davvero dissipare - aggiunge l'esponente pentastellata - tutto l'impegno messo affinché Torino resti la casa della più importante fiera editoriale italiana per poi tutelare l'espressione dell'odio reazionario?".
"Da amministratore della Città - continua - non posso aderire agli appelli di chi annuncia il boicottaggio del (Salone del Libro ndr), tradirei chi - dal direttore Lagioia all'assessora Leon, fino alla sindaca Appendino - si è speso con fatica e dedizione affinché questa fosse, ancora una volta, un'edizione preziosa e culturalmente ricca per tutti i torinesi". "Voglio però augurarmi che questi appelli non cadano nel vuoto", conclude Sganga.
"Non penso - commenta il capogruppo comunale del PD Stefano Lo Russo - che il boicottaggio del Salone sia una buona strategia di contrasto politico all'emergere di un messaggio fascista, sempre più pervasivo." "Le idee - aggiunge - si contrastano nel dibattito culturale, non abbandonando il campo."