“Noi non faremo nomi né di persone, né di editori per evitare pubblicità indiretta a chi può avere violato la Legge con l’Apologia di fascismo”. Comincia così il comunicato di Claudio Chiarle, segretario generale della Fim-Cisl, sulle recenti polemiche legate alla presenza di un editore filofascista al Salone del Libro.
“Siccome riteniamo che ne abbiano già avuta sin troppa, anche dai loro più tenaci oppositori che nel gioco dei social gli hanno fatto pubblicità indiretta, nello spirito con cui è nata la Cisl e la FIM su valori democratici e nel pieno rispetto della Costituzione, come FIM mettiamo a disposizione i nostri Uffici Legali, insieme a Regione e Comune, nella valutazione di un atto concreto: L’apologia di fascismo”.
“La democrazia è rispetto di tutte le opinioni, anche quelle più lontane da noi, nella FIM esiste una pluralità di opinioni, comprese quelle di destra. Ma tutte, pena l’espulsione, devono stare nell'ambito dei principi Costituzionali e dei valori fondanti della FIM nella Cisl a partire dalla solidarietà verso chi ha più bisogno, il rispetto di ogni opinione politica, culturale, religiosa".
"Altro invece è violare la Costituzione e le Leggi, quindi se persone o case editrici presenti al Salone del Libro hanno commesso questo reato noi chiederemo di accertarlo. Il Sindacato, tra i suoi compiti deve avere una funzione educativa e difensiva dei valori che sono alla base dei principi fondanti della nostra Repubblica, per questo l’apologia di fascismo, è anche un nostro tema sindacale".
“Quello che sta avvenendo in queste ore intorno al Salone del Libro di Torino è la spia di un profondo disagio e di una forte preoccupazione per il prevalere di atteggiamenti e comportamenti dichiaratamente antidemocratici": lo dichiara il segretario generale della Cisl, Domenico Lo Bianco, intervenendo nel dibattito di queste ore sulla presenza al Salone di un editore vicino al movimento neo fascista. "È anche la riprova di un generale imbarbarimento del clima politico del Paese e soprattutto del rischio di pericolose derive".
"Condanniamo la presenza al Salone del Libro di Torino di un editore vicino al movimento neofascista, ma riteniamo non opportuno boicottare la nostra partecipazione alla kermesse che per Torino e il Piemonte rappresenta una straordinaria occasione di fare cultura e di trasmettere sani valori, profondi ideali antifascisti e idee di giustizia e libertà”.