Circa 74mila torinesi in meno entro il 2027, ovvero un calo di oltre il 3% della popolazione tra saldo nascite e morti e decrescita dell'immigrazione. Addirittura 113mila in Piemonte. E se in Italia (che perderà oltre un milione di abitanti) c'è sicuramente chi sta peggio, chi fa impresa da queste parti deve tenere d'occhio questo dato, accanto a quello del mercato del proprio settore.Ecco perche, a fare i conti insieme al Cresme, si sono messi i responsabili di Angaisa, associazione di categoria che rappresenta i distributori termosanitari. "La nostra categoria da sempre è influenzata dall'andamento generale del mercato - dice Corrado Opizzi, segretario generale di Angaisa - e conoscere e presidiare il territorio resta essenziale, capire come è cambiato il mondo di comprare e vendere casa. Oggi da Torino parte il road show che analizza le singole province e regioni, che saranno anche interessate dal calo demografico". Cambierà dunque anche il modo di fare impresa nel settore termosanitari: "Ci aspettiamo dunque di vendere maggiormente strumenti per anziani o disabili".
Piastrelle, sanitari e dintorni. Un mondo che si regge sulla ristrutturazione delle case. "Stiamo vivendo un inizio di 2019 migliore del previsto, con un +6% abbondante a livello nazionale nel primo trimestre, grazie proprio alle manutenzioni e alle detrazioni fiscali su edilizia ed ecobonus. In Piemonte siamo a +3,39% - continua Opizzi -. Sono misure che mantengono un grosso appeal e speriamo che l'attuale governo le confermi. Ma resta l'incertezza legata al quadro sia economico che politico, soprattutto per il rischio di aumento dell'Iva".
"Il rischio è che si verifichi una frenata - aggiunge il presidente di Angaisa, Enrico Celin - forse già a partire da aprile. Anche la fiducia e i consumi lo confermano. E i numeri sul calo demografico ci spingono a guardare con ancora più attenzione alle micro aree: gli interventi e la conduzione politica e sociale incidono molto su questi fattori".