Economia e lavoro - 29 maggio 2019, 10:18

Quante sono le varietà di fiori commestibili?

Alcune ricette sono antichissime, altre hanno iniziato a prendere piede in questi ultimi anni

Dalle violette zuccherate di Parma, delle quali si favoleggia che fosse ghiotto persino Napoleone Bonaparte (tanto che dopo il suo esilio i filobonapartisti scelsero proprio la violetta come loro simbolo), fino alla celebre grappa alla rosa cinese, la tradizione di sposare la floricoltura al mangiare e al bere è diffusa da secoli in tutto il mondo.

Ma in questo nuovo millennio il boom dei “fiori eduli” (cioè commestibili) sembra che stia diventando inarrestabile: iniziato come moda è diventato un vero e proprio “diverso stile di fare alimentazione”. Quante sono le specialità floreali che possono essere mangiate? Se ne contano centinaia di specie e molte altre sono state scoperte di recente. Oltre alle già citate rosa e violetta, in uso anche per sciroppi dissetanti, una delle specie più usate in cucina è la calendula.

Ma come si fa a dimenticare la tradizionale ricetta ligure dei fiori di zucca fritti in pastella? Comunemente detti friscioi o frisceui (la trascrizione cambia di paese in paese secondo i dialetti), vengono per abitudine assimilati alle frittelle di carciofi o di bietole solo per il fatto che il fiore di zucca è attaccato al frutto… Ma in realtà in questo caso, diversamente dagli altri due citati, è proprio l’infiorescenza che viene usata!

Ci sono tante altre piante, oltre alla già citata zucca (pregiatissime le trombette di Albenga), delle quali già si usa comunemente in cucina il frutto ma si può usare anche il fiore: il limone, il mirto, il rosmarino sono soltanto alcuni esempi.

Insomma: mangiare i fiori è un’esperienza che va ben oltre la semplice alimentazione e diventa qualcosa di emozionale, molto particolare, perché vengono stimolati in modo molto deciso e positivamente tantissimi sensi: primo fra tutti il palato, con sapori che ci permettono di uscire dalle ricette della nostra quotidianità, ma anche la parte tattile (i fiori hanno consistenze diverse tra loro), quella visiva (sono belli e colorati) e, soprattutto, quella olfattiva (i fiori sono apprezzati proprio per il loro profumo) ricoprono tutte un ruolo importante nella “cucina floreale”. Concludendo: assaporare i fiori eduli è bello, rilassa, emoziona, fa bene allo spirito. E sicuramente nell’estate che sta arrivando saranno sempre più numerosi i ristoranti in Italia pronti a inserire proposte di questo tipo nei loro menù.