Continua la rivoluzione "immateriale" del fisco: dopo la fattura, adesso anche lo scontrino si prepara a scomparire, perdendo la sua forma cartacea (almeno in parte) per diventare digitale.
La scandeza? Meno di un mese: dal 1° luglio infatti l’invio dei corrispettivi elettronici (gli scontrini, appunto) diventerà un obbligo per le aziende con un volume d’affari superiore ai 400.000 euro. Mentre sei mesi dopo (dal 1°gennaio 2020) il provvedimento si allargherà a tutte le aziende.
I numeri dicono che sono circa 30mila le imprese piemontesi con volume d’affari superiore ai 400.000 euro interessate dal 1 luglio alla comunicazione telematica dei corrispettivi. Circa 15.000 nella sola città di Torino. E dunque ci si sta muovendo per farsi trovare pronti. Lo scontrino come tutti lo conosciamo non sparirà: ci sarà sempre un pezzetto di carta che il negoziante consegnerà al cliente in caso di controlli, ma tutto il resto (l'invio al commercialista, così come i controlli da parte dello Stato) avverranno in via telematica, senza l'uso di ulteriore carta.
"I negozianti sono un po' preoccupati - ammette Massimiliano Grasso, responsabile business di Scloby, azienda che con Ascom sta cercando di accompagnare i commercianti nella transizione -, ma il primo registratore telematico è stato installato ormai nel 2017 per le pratiche necessarie con l'Agenzia delle Entrate e non ci sono particolari problemi: chiunque usa uno smartphone, non avrà difficoltà".
Quel che è certo è che in tanto dovranno sostituire il proprio registratore di cassa con quello nuovo, dunque dal 10-12% di sostituzioni "fisiologiche" degli anni passati ci si prepara a un'ondata di domanda, cui non sarà semplicissimo dare risposta.
"Siamo di fronte all'evoluzione digitale del fisco, dopo la fatturazione elettronica - dice Claudio Ferraro, direttore Epat Torino - e ci sono due preoccupazioni: da un lato l'operatività e le relative sanzioni. Dall'altro il costo: la versione base dei nuovi registratori di cassa sarà di almeno 800-1000 euro. Una tantum, è vero, ma in periodi non facili come questi è comunque una spesa in più".
E sullo stesso tema manifestano le proprie preoccupazioni anche gli artigiani: “Non siamo contrari allo scontrino elettronico e ai pagamenti informatici per combattere il nero – afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino – però i problemi principali, soprattutto per chi opera in una sede fisica non fissa, rimangono sia la gran parte del costo di un nuovo strumento, sia l’indispensabile connessione alla rete”.
Confartigianato chiede inoltre di intervenire per la non applicazione di sanzioni in fase di avvio del nuovo obbligo. “Con questa richiesta – spiega De Santis - viene sancita l’inapplicabilità delle sanzioni nei casi in cui, per i primi sei mesi di obbligatorietà della memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi, l’operazione sia stata certificata con scontrino o ricevuta fiscale. L’inapplicabilità delle sanzioni, al pari di quanto è stato previsto per la fatturazione elettronica, ha lo scopo di evitare, in sede di avvio del nuovo obbligo, l’applicazione di pesanti sanzioni considerato che i contribuenti stanno applicando modalità procedurali consolidate da oltre vent’anni”. Confartigianato ha chiesto di rinviare al primo gennaio l’entrata in vigore delle nuove norme: “ i tempi per l’entrata in vigore da luglio del nuovo obbligo sono troppo brevi anche per le imprese più strutturate”.