Attualità - 24 giugno 2019, 13:45

Accogliere i 43 migranti della Sea watch, Appendino: "Le parole di Nosiglia scuotono le coscienze"

La sindaca: "L'arcivescovo sempre vicino a chi sta ai margini". Tronzano: "Va bene la carità, ma ci sono leggi da rispettare". Ricca: "Bene sulle periferie, ma sul caso della nave il monsignore sbaglia". La contrarietà di Marrone-Montaruli di FdI

Le parole di monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, non hanno tardato a generare reazioni nel mondo politico torinese e piemontese. Da un lato, l'apertura dell'alto prelato all'accoglienza dei 43 migranti a bordo della Sea Watch, in fase di stallo al largo di Lampedusa. Dall'altro, gli applausi, ma anche alcuni distinguo.

“Quello di Nosiglia - dice Chiara Appendino, sindaca di Torino - è un appello molto significativo: un modo anche per scuotere le coscienze di tutti”. E aggiunge: "Tutti noi conosciamo monsignor Nosiglia, credo che si distingua per la sua sensibilità,  è un arcivescovo molto attendo alle marginalità”.

D'accordo anche Andrea Tronzano, assessore regionale della giunta Cirio, ma con qualche puntino sulle i. "Non ci sono dubbi su quanto la carità cristiana sia importante, ma ci sono anche leggi  nazionali e internazionali da rispettare". Proprio come nel caso di Lampedusa e della Sea Watch, insomma. "In questo caso le leggi sono importantissime e occorre fare attenzione soprattutto a quelle”. Piuttosto, il pensiero va all'Olanda, la cui bandiera contraddistingue la nave che ha salvato i 43 migranti. "Credo sia opportuno che questo  caso si risolva a livello internazionale”, conclude Tronzano.

Ancora più netta la posizione di Fabrizio Ricca, anche lui assessore regionale. “Nosiglia ha ragione, le periferie di Torino soffrono sempre più povertà, criminalità e abbandono. Quello in cui l’Arcivescovo sbaglia, però, è pensare che l’accoglienza indiscriminata, lontana da un ragionamento approfondito sul fenomeno ma votata a una generica ‘apertura dei porti’, non sia un ennesimo problema proprio per quelle stesse periferie che soffrono". "Ci sono italiani - prosegue - che pagano un prezzo altissimo di una crisi economia che colpisce molti quartieri e proporsi di ospitare un numero indefinito di immigrati non fa altro che andare a rendere ancora più critica la situazione di molte periferie. Integrare, se si sceglie la strada dell’accoglienza indiscriminata, è impossibile. L’unica cosa a cui portano politiche simili è alla nascita di ghetti. Il caso della Sea Watch è ancora più emblematico perché è una vicenda di politica internazionale seguita dal ministero, argomento su cui bisognerebbe evitare ingerenze di sorta”.

"Nessun nuovo richiedente asilo a Torino e in Piemonte", tuona Augusta Montaruli di FdI. "Serve fare chiarezza, perché se le disponibilità all’accoglienza degli immigrati offerta da religiosi, come nel caso del Vescovo Nosiglia nella Diocesi di Torino per le persone a bordo della Seawatch, poi viene affidata a cooperative bianche con i milioni pubblici delle Prefetture con i bandi CAS, allora a pagare sono sempre i cittadini italiani con le loro tasche".

"Chi controlla poi che gli ospiti rimangano dove si dice e non finiscano invece nel nulla come già avvenuto nel Lazio?”, dichiara il consigliere regionale di Fdi Maurizio Marrone. L'esponente politico continua: “Dalle urne delle recenti elezioni regionali in Piemonte è uscito un messaggio chiaro: basta buonismo, basta business immigrazione sulla pelle del nostro welfare e della vivibilità nelle periferie, basta a qualsiasi altro arrivo“.

Cinzia Gatti