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Il Punto di Beppe Gandolfo | 01 luglio 2019, 07:00

Olimpiadi e droni Torino, che tristezza

In tanti, in questa settimana, si sono affannati a cercare colpevoli e responsabilità per l’ esclusione di Torino dalle Olimpiadi.

Olimpiadi e droni Torino, che tristezza

E’ passata una settimana, ma resta l’ amarezza per un San Giovanni davvero triste per Torino. Prima la notizia dell’ assegnazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 a Milano-Cortina e quelle scene di giubilo della delegazione italiana che hanno fatto  il giro del mondo. Poi il mesto spettacolo dei droni per festeggiare il Santo patrono. In un attimo nella mente abbiamo rivissuto le notti magiche di 13 anni fa  nella Medal Plaza e per le vie del centro quando Torino era vestita  a festa con tanta gente per strada, quando c’ erano i fuochi d’ artificio e i Giochi Invernali impazzavano a Torino e sulle nostre montagne.

In tanti, in questa settimana, si sono affannati a cercare colpevoli e responsabilità per l’ esclusione di Torino dalle Olimpiadi.  Si sono tirati in ballo i buchi di bilancio e le strutture in stato di abbandono. Tutto vero e tutto discutibile. 

Non entro in questo dibattito. Vorrei solo ricordare – specie a chi avesse l’ abitudine a dimenticare in fretta – che cos’ era Torino prima delle Olimpiadi del 2006. Una città spenta, grigia. Una città dove i ritmi della vita erano dettati dai turni in fabbrica alla Fiat, quindi alle 10 di sera era quasi tutto chiuso. Una città dove, quando vedevi un pullman di turisti stranieri, pensavi che avessero sbagliato città. Adesso tutto è cambiato: sarà capitato anche a voi di  sentirsi dire “ma quanto è bella Torino… non me lo aspettavo davvero…”. Tutto questo è merito – soltanto e unicamente – dalle Olimpiadi del 2006. Da allora Torino si è risvegliata da un grigiore di decenni. E soprattutto si sono risvegliati i Torinesi e i Piemontesi, orgogliosi delle bellezze e delle prelibatezze enogastronomiche di questo territorio. 

Se c’ è qualcuno che vuole riportarci ai tempi passati, se lo scordi. Noi non ci stiamo, noi vogliamo essere sempre in movimento e guardare avanti,  vogliamo essere scoppiettanti come i fuochi d’ artificio. I droni non fanno per noi: non scaldano i cuori e non ci emozionano.

OLIMPIADI E DRONI TORINO, CHE TRISTEZZA

E’ passata una settimana, ma resta l’ amarezza per un San Giovanni davvero triste per Torino. Prima la notizia dell’ assegnazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 a Milano-Cortina e quelle scene di giubilo della delegazione italiana che hanno fatto  il giro del mondo. Poi il mesto spettacolo dei droni per festeggiare il Santo patrono. In un attimo nella mente abbiamo rivissuto le notti magiche di 13 anni fa  nella Medal Plaza e per le vie del centro quando Torino era vestita  a festa con tanta gente per strada, quando c’ erano i fuochi d’ artificio e i Giochi Invernali impazzavano a Torino e sulle nostre montagne.

In tanti, in questa settimana, si sono affannati a cercare colpevoli e responsabilità per l’ esclusione di Torino dalle Olimpiadi.  Si sono tirati in ballo i buchi di bilancio e le strutture in stato di abbandono. Tutto vero e tutto discutibile. 

Non entro in questo dibattito. Vorrei solo ricordare – specie a chi avesse l’ abitudine a dimenticare in fretta – che cos’ era Torino prima delle Olimpiadi del 2006. Una città spenta, grigia. Una città dove i ritmi della vita erano dettati dai turni in fabbrica alla Fiat, quindi alle 10 di sera era quasi tutto chiuso. Una città dove, quando vedevi un pullman di turisti stranieri, pensavi che avessero sbagliato città. Adesso tutto è cambiato: sarà capitato anche a voi di  sentirsi dire “ma quanto è bella Torino… non me lo aspettavo davvero…”. Tutto questo è merito – soltanto e unicamente – dalle Olimpiadi del 2006. Da allora Torino si è risvegliata da un grigiore di decenni. E soprattutto si sono risvegliati i Torinesi e i Piemontesi, orgogliosi delle bellezze e delle prelibatezze enogastronomiche di questo territorio. 

Se c’ è qualcuno che vuole riportarci ai tempi passati, se lo scordi. Noi non ci stiamo, noi vogliamo essere sempre in movimento e guardare avanti,  vogliamo essere scoppiettanti come i fuochi d’ artificio. I droni non fanno per noi: non scaldano i cuori e non ci emozionano.


Beppe Gandolfo

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