Il 22 settembre 1994 moriva all’ospedale Molinette di Torino, in seguito alle complicanze di una broncopolmonite, uno dei più celebri – e anche chiacchierati – sensitivi a livello nazionale: Gustavo Adolfo Rol.
Nato in una famiglia benestante originaria di San Secondo di Pinerolo, si affermò nel capoluogo piemontese a partire dagli anni ‘50 grazie a una serie di “prodigi” verificatisi nel suo salotto, circondato da amicizie dell’alta società sabauda – tra cui gli Agnelli – e maestri del mondo dello spettacolo – da Franco Zeffirelli e Federico Fellini –, e rifiutandosi tuttavia più volte di sottoporsi a un rigoroso controllo scientifico da parte degli esperti.
Oggi il nome di Rol - in vita schivo e riservato, poco avvezzo a raccontarsi - ancora desta curiosità e non manca di affascinare gli appassionati dell’occulto, infittendo le trame di quella narrazione sulla “Torino magica” che rimescola nello stesso paiolo i più disparati episodi e fenomeni connessi al paranormale.
Ma se c’è un epiteto che i seguaci di Rol non tollerano gli venga attribuito, è proprio quello di “mago”. Per questo, celebrandone la memoria nel quartiere dove abitò, San Salvario, in occasione dei venticinque anni dalla sua morte, lo Spazionizza11, sede operativa del comitato “RilanciAmo i portici di via Nizza”, ospiterà una conferenza tematica domenica 22 settembre, a partire dalle ore 11, alla presenza di studiosi e figure a lui vicine. Un evento sostenuto dal Tavolo di progettazione civica della Città di Torino.
Tra i nomi finora confermati, il biografo Maurizio Ternavasio e il cugino Franco Rol, donatore delle immagini esposte nella mostra “Le possibilità dell’infinito”, inaugurata lo scorso dicembre proprio in via Nizza 11 e ancora in corso grazie al solerte impegno di un custode, che ne garantisce l’apertura il sabato e la domenica.
Originariamente in bianco e nero, le foto, che ripercorrono alcuni momenti salienti della vita del sensitivo, sono state modificate dai grafici per restituire quelle tinte da lui tanto amate, a cominciare dal verde, pietra miliare della sua personale teoria metafisica, elaborata in gioventù, come scrisse in un appunto del 1927: “Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!”.
Come spiegano gli organizzatori, il convegno vuole essere un ulteriore tassello nel percorso di riscoperta quasi sacrale di Rol come benefattore e “maestro” illuminato, portatore di una visione del mondo pervasa di “armonia universale”, dove lo “spirito intelligente” di ciascun uomo continua a vagare anche dopo il sopraggiungere della morte.
Un’occasione di incontro e confronto da cui, tuttavia, si sono autoesclusi diversi componenti della enclave più intima dell’enigmatico sensitivo, non accogliendo gli sforzi compiuti dal gruppo – completamente autofinanziato – per mantenerne attuale il ricordo. Anche per questo, la conferenza è simbolicamente dedicata a Chiara Patrizia Barbiere, carissima amica di Rol e recentemente deceduta, tra le pochissime ad aver dimostrato apertura, incoraggiamento e solidarietà.
Già per il ventennale della morte, una cerchia di parenti e conoscenze strette aveva ottenuto la posa di una targa all’ingresso del suo appartamento in via Silvio Pellico 31, dove visse dal 1930, recante l’effige: “L’Uomo dell’impossibile e dell’incredibile, una Luce costante nella nostra vita”. Ora, invece, è ancora in corso la raccolta firme (quasi a quota 500) per intitolargli il “laghetto della anatre” al Parco del Valentino, teatro di uno dei suoi miracoli, testimoniato da Fellini negli anni Settanta.
La giornata del 22 settembre sarà anche l’occasione per presentare il primo volume di “Aforismi e pensieri” di Rol, a cura di Giuseppe Maggiolino (curatore della mostra fotografica), originariamente selezionati e trascritti dal cugino Franco per la divulgazione in rete nel 2004, ordinati e trasposti in soluzioni grafiche originali per un totale di 91, gli anni vissuti dal sensitivo.
Il sogno, per i “fan” di Rol, attivissimi su Facebook in un gruppo dedicato, è di realizzare in modo permanente un museo che accolga estimatori anche da fuori città, così come avvenuto per la mostra temporanea in tutti questi mesi. Un progetto per cui serviranno finanziamenti e una location adatta, magari riproponendo l’atmosfera “salottiera” che caratterizzava quelle suggestive serate extrasensoriali di una Torino d’altri tempi.