Dal 2006 al 2018 a Torino sono state prodotte l’80% in meno delle vetture negli stabilimenti FCA di Mirafiori e della Maserati di Grugliasco: i veicoli sono scesi da 218 mila a 43 mila e i modelli da sei a tre, per un totale di 18mila posti di lavoro persi. Il capoluogo piemontese è passato, in tredici anni, da rappresentare il 24,8% della produzione nazionale ad appena il 6,4%.
Un quadro drammatico illustrato dalla Fiom-Cgil Torino durante la presentazione della festa del sindacato, che si terrà presso la Società Operaia Bocciofila Marletti in via Spinelli a Beinasco. Numeri contenuti in una ricerca della Fiom-Cgil di Torino sul settore dell’automotive e dell’auto elettrica in Italia e all’ombra della Mole. L’analisi è stata eseguita dalla Fondazione Sabattini attraverso interviste a capi personale, manager aziendali e delegati sindacali.
A livello italiano nel decennio 1999-2008 sono state prodotte più di 10 milioni e 200 mila auto. Un totale che si è praticamente dimezzato nei dieci anni successivi: la somma dei veicoli realizzati tra il 2009 e il 2018 era di appena 5 milioni e 700 mila euro.
Per Torino la situazione è ancora più drammatica: l’ultimo anno in cui non c’è stato l’utilizzo degli ammortizzatori sociali a Mirafiori era il 2007, con circa 30mila addetti coinvolti dalla cassa integrazione.
Le prospettive per il futuro, per il segretario della Fiom torinese Edi Lazzi, appaiono ancora più a tinte fosche. “Per la 500 elettrica – ha spiegato – FCA ha dichiarato una capacità produttiva di 80 mila vetture, ma ha stimato vendite possibili per 20 mila vetture”. “Questo obiettivo – ha aggiunto Lazzi – sembra essere molto ambizioso per un unico modello commercializzato: anche nella più rosea delle previsioni, la 500E non potrà garantire la piena occupazione degli addetti. Per questo temiano il rischio di chiusura di uno dei due stabilimenti torinesi''.