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Scuola e formazione | 11 settembre 2019, 15:18

Scuola Manzoni, è caos all’ora di pranzo: bimbi “con il panino” trattenuti a scuola [VIDEO]

Nessun intervento dei carabinieri per gestire il caso dei bimbi con il pasto da casa: si tenta una mediazione tra i genitori e l’istituto scolastico

Scuola Manzoni, è caos all’ora di pranzo: bimbi “con il panino” trattenuti a scuola [VIDEO]

Uno a uno e palla al centro, in attesa della partita di ritorno. Finisce in pareggio il braccio di ferro tra i genitori della scuola elementare Manzoni di corso Svizzera e il dirigente dell’istituto comprensivo Pacinotti. In palio nessun premio, ma il diritto o il non diritto al pasto da casa.

Nella giornata di ieri la dirigente dell’istituto aveva avvisato i genitori degli alunni circa l’impossibilità di garantire il servizio del pasto da casa. Due le opzioni possibili: iscrivere il figlio alla mensa scolastica oppure venirlo a prendere alle 12:30 e riportarlo in aula due ore dopo, alle 14:30. L’ora di pranzo si è presto trasformata in una resa dei conti. Da una parte, chiusa nella scuola, il dirigente scolastico e fuori, nei giardini adiacenti la Manzoni, i genitori “duri e puri”, quelli che pretendono che il loro bambino possa portarsi il pasto da casa.

Dopo quasi un’ora di tensione e incertezza, il clima si è rasserenato. I bambini non sono stati fatti uscire dalla scuola e la preside non ha contattato le forze dell’ordine per abbandono di minore, come temuto da alcune mamme e papà. Resta il mistero sul luogo in cui sia stato servito il pasto ai bimbi: in un’aula? In un atrio? E chi gliel’ha servito, non essendo il personale obbligato a farlo? Pare che a vigilare sugli alunni con il pasto da casa, quantomeno in questo primo giorno, sia stata la vice preside in persona. Una soluzione temporanea. La preside ha invece contattato alcuni genitori, chiedendogli di andare a prendere i figli a scuola e di regolarizzare la loro posizione il più in fretta possibile, ricevendo però obiezioni e critiche.

I genitori, dal canto loro, sono spaccati in tre gruppi: chi ha iscritto il figlio al servizio mensa completo, chi ha pagato l’assistenza e chiede che possa mangiare il pasto in assoluta sicurezza e condizioni di igiene e chi invece non ha pagato nulla, ma chiede a gran voce che il diritto al pasto da casa sia garantito. Insomma, un calderone di voci e posizioni che crea un clima di assoluta incertezza. Anche perché, in effetti, i dirigenti scolastici avrebbero tempo fino al 31 di ottobre per prendere una decisione definitiva. Ecco perchè i genitori chiedono quantomeno di poter trovare una soluzione al termine di un percorso partecipativo.

Di certo, in questo momento confuso, a farla da padrona sembra essere l’incertezza: “Non capiamo quali siano le indicazioni” spiega Roberto Capozzi, genitore pro panino. “Non abbiamo informazioni su dove stiano mangiando i nostri figli, ci auspichiamo che i dirigenti trovino una soluzione appropriata. Verificheremo con i nostri bimbi all’uscita”. Critiche anche sulla modalità di comunicazione della scelta della preside sul pasto da casa: “E’ stato convocato un consiglio straordinario nel pomeriggio di lunedì, impossibile organizzarsi in poche ore. Le esigenze delle famiglie non vengono prese in considerazione”. Nei prossimi giorni si proverà quindi a mediare, a trovare una soluzione tra due parti che portando argomentazioni inconciliabili tra loro. Il tira e molla tra i sostenitori del panino da casa e i presidi indisposti per esigenze a garantire il servizio rischia di segnare l’inizio dell’anno scolastico torinese 2019-2020.

Andrea Parisotto

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