Dopo tre giorni di “maratona” no-stop il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato la proposta della Lega di referendum abrogativo sulla quota proporzionale prevista dall’attuale legge elettorale. Il provvedimento è passato con i 31 voti di tutto il centrodestra, inclusa Forza Italia: centrosinistra e M5S hanno lasciato l’aula in segno di protesta contro la decisione di contingentare i tempi.
"Credo che abbiamo fatto il nostro dovere - ha commentato il Presidente della Regione Alberto Cirio , prima del voto - di rappresentanti delle istituzioni, dei piemontesi e degli italiani". "Da domani - ha aggiunto il governatore - si va avanti pensando alle altre urgenze del Piemonte".
"La maggioranza piemontese - ha dichiarato il capogruppo regionale della Lega Alberto Preioni -si è dimostrata compatta su un tema di assoluto buon senso, che consentirà al popolo italiano di modificare la legge elettorale per evitare i ribaltoni. Un sistema più semplice, sul modello di quanto già avviene per i sindaci: chi ottiene anche solo un voto in più, sarà maggioranza".
"Lunedì prossimo -continua l'esponente del Carroccio - mi recherò insieme al Presidente Stefano Allasia a Roma per depositare il documento con cui richiediamo il referendum”.
A puntare il dito contro il centrosinistra e il M5S il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola e i consiglieri regionali Alessandra Biletta, Franco Graglia e Carlo Riva Vercellotti, con l’accusa di aver tenuto “in ostaggio il Consiglio regionale in questi ultimi tre giorni”. “Hanno scelto -continuano gli azzurri - di salire sulle barricate per difendere l’ingovernabilità del Paese e continuare con i papocchi e inciuci che hanno consegnato l’ennesimo governo composto da forze che hanno perso le elezioni politiche”.
A spingere per il sistema maggioritario era stato il leader del Carroccio Matteo Salvini, dal palco di Pontida. Con il voto di questa sera è stata raggiunta la soglia delle cinque regioni - oltre al Piemonte, il sì era già arrivato da Veneto, Sardegna, Lombardia e Friluli- necessarie per ottenere la consultazione popolare. Affinché il referendum abrogativo si tenga nel 2020 è necessario che la richiesta venga inviata alla Corte Costituzionale entro il 30 settembre.