Tutti in piazza per protestare contro gli sperimenti dell'Università di Torino sui sei macachi rinchiusi nel laboratorio dell'ateneo di Parma e utilizzati per la ricerca. Oggi pomeriggio, dalle ore 15, i manifestanti si sono dati appuntamento a Porta Susa, dove è partito un corteo formato da cittadini, scienziati e sigle animaliste, uniti per chiedere di interrompere immediatamente l’esperimento sulle capacità visive degli animali.
"Dopo una prima dolorosa fase di training - hanno raccontato gli organizzatori dell'evento, tra cui la Lav -, i macachi in autunno subiranno un intervento molto invasivo al cervello, che li priverà della capacità di vedere. Poi verranno uccisi.
Per evitare tutto questo serve una grande mobilitazione".
A supportare la protesta, il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Torino, con la consigliera comunale Chiara Giacosa in rappresentanza: "La vivisezione deve essere superata senza se e senza ma. I metodi alternativi validati esistono, e si deve fare di tutto affinché prendano il posto di tecniche ormai obsolete. Ringrazio tutte le associazioni che hanno organizzato il corteo".
Nel frattempo è anche partita una petizione online (change.org/civediamoliberi), che ha già raccolto oltre 380 mila firme, per chiedere al ministro della salute Roberto Speranza di "interrompere immediatamente questo terribile esperimento e di liberare subito i sei macachi".
"Lo studio - si legge nel testo della petizione - verrà condotto contemporaneamente, e non dopo, anche su volontari umani: la ricerca su nuove cure per persone ipovedenti ha compiuto passi importanti solo grazie alle sperimentazioni su malati umani consapevoli. Non c’è da stupirsi, visto che i test sugli animali falliscono, ufficialmente, in oltre il 95 % dei casi. Quindi oltre a essere inaccettabile moralmente, che senso ha questa sperimentazione?"
Anche il neo rettore di Unito Stefano Geuna era intervenuto sul tema nei giorni scorsi: "Non siamo insensibili e ci confronteremo su temi così importanti. Ma le tensioni del passato, che hanno portato i toni troppo in là, non facilitano certo il dialogo".