Attualità - 12 ottobre 2019, 15:52

Gli animalisti sfilano a Torino per salvare i macachi dell'Università: "Stop alle sperimentazioni"

Partita una petizione online per chiedere al ministro Speranza di bloccare l'esperimento che renderà gli animali ciechi

Tutti in piazza per protestare contro gli sperimenti dell'Università di Torino sui sei macachi rinchiusi nel laboratorio dell'ateneo di Parma e utilizzati per la ricerca. Oggi pomeriggio, dalle ore 15, i manifestanti si sono dati appuntamento a Porta Susa, dove è partito un corteo formato da cittadini, scienziati e sigle animaliste, uniti per chiedere di interrompere immediatamente l’esperimento sulle capacità visive degli animali.

"Dopo una prima dolorosa fase di training - hanno raccontato gli organizzatori dell'evento, tra cui la Lav -, i macachi in autunno subiranno un intervento molto invasivo al cervello, che li priverà della capacità di vedere. Poi verranno uccisi.
Per evitare tutto questo serve una grande mobilitazione".

A supportare la protesta, il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Torino, con la consigliera comunale Chiara Giacosa in rappresentanza: "La vivisezione deve essere superata senza se e senza ma. I metodi alternativi validati esistono, e si deve fare di tutto affinché prendano il posto di tecniche ormai obsolete. Ringrazio tutte le associazioni che hanno organizzato il corteo". 

Nel frattempo è anche partita una petizione online (change.org/civediamoliberi), che ha già raccolto oltre 380 mila firme, per chiedere al ministro della salute Roberto Speranza di "interrompere immediatamente questo terribile esperimento e di liberare subito i sei macachi".

"Lo studio - si legge nel testo della petizione - verrà condotto contemporaneamente, e non dopo, anche su volontari umani: la ricerca su nuove cure per persone ipovedenti ha compiuto passi importanti solo grazie alle sperimentazioni su malati umani consapevoli. Non c’è da stupirsi, visto che i test sugli animali falliscono, ufficialmente, in oltre il 95 % dei casi. Quindi oltre a essere inaccettabile moralmente, che senso ha questa sperimentazione?"

Anche il neo rettore di Unito Stefano Geuna era intervenuto sul tema nei giorni scorsi: "Non siamo insensibili e ci confronteremo su temi così importanti. Ma le tensioni del passato, che hanno portato i toni troppo in là, non facilitano certo il dialogo".

Foto di Carlo Granisso

Redazione