Tecnologia e umanità, con e senza accento sulla "e". Il futuro è qui e Torino è pronta a dimostrarlo, parlando di nuovi scenari e ricerca, ma in chiave culturale e non solo come un appuntamento da "specialisti". Lo farà, in particolare, dal 7 al 10 novembre con la prima edizione assoluta del Festival della Tecnologia, un'iniziativa che vede il Politecnico protagonista in occasione dei 160 anni dalla sua fondazione. Quattro giorni per 150 incontri e 300 relatori per un evento davvero epocale."È il nostro compleanno, ma volevamo che fosse tutto il territorio a parlare dell'argomento, non solo il Poli", dice Juan Carlos De Martin, delegato per la Cultura e la Comunicazione. E infatti i partner sono oltre 50, compresi gli altri atenei del territorio.
Il calendario spazia tra il Castello del Valentino e il Circolo dei Lettori, oltre ovviamente al Politecnico stesso. E poi Ogr, Cavallerizza reale, Accademia delle scienze, museo del Cinema, museo dell'Auto e Biblioteca civica centrale (che festeggia anche lei, ma "solo" 150 anni), solo per dirne alcuni. Fino ad arrivare a Ivrea, Alba e Vercelli. Grandi eventi, attualità, spettacoli, ma anche incontri sul "come funziona" legata a tanti temi di attualità, momenti dedicati alle "radici" e la festa "mobile", in collaborazione con il Salone del libro.
Si comincia il 7 novembre con la laurea ad honorem in ingegneria gestionale del Nobel per l'economia 2001 Joseph Stiglitz, con una lectio magistralis sul rapporto tra tecnologia e disuguaglianze. Quella sera sarà svelata anche la statua restaurata di Quintino Sella, tra i fondatori del Polo. Mentre il giorno successivo ci saranno John Elkann, lo chef Ferran Adrià, Alessandro Baricco. E ancora Piero Angela, Samantha Cristoforetti, Carlo Petrini, Michelangelo Pistoletto, insieme a tanti docenti di università prestigiose come il Mit o Harvard.
La chiusura sarà uno scenografico "Processo alla tecnologia", con la partecipazione dei rettori del Politecnico e dell'Università, insieme al presidente del CNR, Massimo Inguscio.
Il primo tra tutti a mostrare attesa per il debutto, è il numero uno dell'ateneo. "Vivo la sindrome del pesce Nemo. Come lui è attratto dal mondo esterno alla sua casa, anche per me è un momento di grandissimo arricchimento guardare fuori da questa torre d'avorio - dice con emozione Guido Saracco, rettore del Politecnico nell'ultimo anno e mezzo -. La società ha drammaticamente bisogno di conoscere il nuovo per combattere le incertezze, legate al nuovo e questo Festival vuole essere uno strumento di comunicazione verso la società, proprio in quell'ottica di quell'Università piattaforma che indico dall'inizio del mio mandato come obiettivo". Ma l'apertura si spinge anche ad altri livelli di formazione: anche le scuole elementari, per far conoscere cosa si fa all'interno e condividere i laboratori e gli spazi. "Quando avevo sei anni - prosegue - ho fatto un disegno in cui mi immaginavo da grande. E mi disegnai dicendo che volevo fare l'ingegnere come mio papà. Oppure il medico, come mio nonno".
Insomma, un approccio che può funzionare. "È tanto bello. Quando hai la tua classe davanti a te e ti rendi conto di trasmettere informazioni e di fare crescere i tuoi studenti, ti accorgi che è il vero modo di fare qualcosa per la società", conclude Saracco.
E il Festival trova sponde anche nelle istituzioni locali. "Siamo attenti a questo tipo di tematiche, come Regione - commenta Matteo Marnati, assessore all'Innovazione e alla ricerca - e con il Politecnico vogliamo lavorare in maniera sempre più stretta, soprattutto su quei temi che andranno a incidere sempre di più nella vita quotidiana di tutti noi, a cominciare dalle aziende e dalle competenze portate dalle risorse umane in un'ottica di 4.0".
"Con il Politecnico stiamo portando avanti grandi progetti di sviluppo per la città - aggiunge Alberto Sacco, assessore comunale alle Attività economiche e al Commercio - che sono potenti driver del territorio e per dare forma alla Torino del futuro. Si tratta di un grande evento, che si accompagna a un altro appuntamento di richiamo a Torino come Cioccolatò".