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Politica | 21 ottobre 2019, 18:40

La Regione boccia la Manovra del Governo: "Un disastro. Il Piemonte andrà in direzione opposta"

L'assessore al Lavoro, Elena Chiorino: "Non c'è l'ombra di un piano industriale o di progetti di sviluppo. Si torna solo a mettere le mani nelle tasche dei cittadini con la foglia di fico del congelamento dell'Iva"

La Regione boccia la Manovra del Governo: "Un disastro. Il Piemonte andrà in direzione opposta"

Bocciatura su tutta la linea. Non ammette concessioni la Manovra economica in via di approvazione in Parlamento, vista con gli occhi della Regione Piemonte. E in particolare con quelli dell’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che stronca il documento in tutte le sue parti: "Non c’è nulla in grado di far crescere il Paese, non c’è l’ombra di un piano industriale o di progetti di sviluppo. Al contrario, con la foglia di fico del congelamento dell’Iva, si torna a mettere le mani nelle tasche dei cittadini e delle imprese. Il Piemonte farà l’esatto opposto, promuovendo politiche attive e favorendo lo sviluppo, il lavoro e la competitività".

In una parola, l'esponente della giunta Cirio etichetta la manovra come "Un disastro". "Non esito a dire - prosegue - che la Regione Piemonte è pronta ad alzare un muro di protezione intorno a chi produce, andando esattamente nella direzione opposta a quella dell’esecutivo, ovvero promuovendo le politiche attive e non il più smaccato assistenzialismo, alimentato dalla benzina del vampirismo fiscale".

"Siamo di fronte - prosegue l'assessore - a un governo che non ha uno straccio di piano di politica industriale, che considera produzione e lavoro come anti valori. Al loro “declinismo pauperista” dal Piemonte rispondiamo orgogliosamente con un convinto patriottismo industriale. Tutto questo - aggiunge Chiorino - anche rispetto al tema dell’area di crisi complessa di Torino: è ora di finirla di limitarsi a parlare di deroghe su deroghe agli ammortizzatori sociali. Al contrario serve puntare sulle politiche attive, credere nelle imprese e supportarle nell’innovazione. Il governo sta alimentando una situazione drammatica: le partite Iva sono allo stremo, strozzate da balzelli e adempimenti insostenibili. Contemporaneamente si appesantisce la zavorra fiscale, la burocrazia cresce così come il peso delle tasse arrivando all’assurdo di sentir parlare di imposte sulle merendine o dell’intenzione di tartassare le imprese sulla plastica, quando già queste pagano il tributo Conai. Come se non bastasse, poi, non sapendo più dove attaccarsi, strumentalizzano l’alibi dell’educazione alimentare - che dovrebbe essere delegata alle famiglie e non certo allo Stato - per spillare qualche soldo in più penalizzando le famiglie e soprattutto parecchie imprese del dolciario".

Un concetto, quello anti plastic tax e anti tassa sulle merendine, ribadito anche dal governatore, Alberto Cirio, nella mattinata di oggi in occasione dell'incontro con la Liguria e i loro esponenti politici, ma anche confindustriali. "E non lo dico solo perché sono albese e quindi vicino di casa della Ferrero - ha detto il presidente -: in Piemonte ci sono tantissime aziende dolciarie e cioccolatiere. Per non parlare dell'incidenza che hanno le aziende che lavorano nella plastica".

Il tutto, fanno ancora notare da piazza Castello, mentre il Piemonte compie scelte di un certo genere. "Invece di buttare i 7 miliardi di euro dalla finestra con il reddito di cittadinanza - ribadisce Chiorino - noi abbiamo offerto supporti concreti alle famiglie dei lavoratori in crisi, siglando con le banche protocolli di intesa per l’anticipo della cassa integrazione e, lato imprese, affiancandole riguardo al tema del ricambio generazionale, perché sappiamo che le Pmi rappresentano la spina dorsale del tessuto economico piemontese e italiano". "Senza dimenticare la formazione, che deve rispondere alla chiamata occupazionale delle nostre imprese, con efficacia, evitando corsi inutili che servono soltanto a pagare lo stipendio ai formatori". E infine, sulla fuga di cervelli: "Non c’è nulla di male se un ragazzo sceglie, e sottolineo sceglie, di compiere il suo percorso lavorativo fuori dal Piemonte e dall’Italia. Ma noi sappiamo che spesso, per non dire sempre o quasi, questa è una necessità. Compito della politica deve essere invece quello di creare le condizioni affinché un ragazzo abbia la possibilità di scegliere, di avere la possibilità di crescere e realizzarsi in Piemonte così come in Italia, nel proprio territorio, senza essere lasciato solo e «costretto» a scappare".

Massimiliano Sciullo

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