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Eventi | 28 ottobre 2019, 17:16

Torino e il Piemonte capofila per dare valore all'habitat del fiume e ai beni comuni

Tre giorni di incontri in città per discutere come poter applicare anche nella nostra regione i principi del PES, ovvero la possibilità di recuperare i "costi ambientali" che si creano dall'utilizzo umano dei corsi d'acqua

Torino e il Piemonte capofila per dare valore all'habitat del fiume e ai beni comuni

Il Ministero dell'Ambiente ha scelto Torino (e il Piemonte) per indicare la strada quando si tratta di valorizzare gli habitat che ci circondano, rispettandoli, ma anche ottenendo quelle risorse che possono contribuire a "risarcirli" del passaggio umano e dei suoi effetti.

Si chiama "Creiamo PA" la cornice all'interno della quale si sviluppa la tre giorni iniziata oggi presso gli spazi dell'assessorato regionale all'Ambiente di via Principe Amedeo 17. L'obiettivo è far conoscere a tutti gli enti direttamente interessati (dalle Comunità montane alle autorità d'ambito) una possibile strada per applicare quello che viene definito come PES, ovvero i Pagamenti dei servizi ecosistemici: una forma di restituzione da parte dell'uomo dell'uso che fa di un bene pubblico, contribuendo così alla sua tutela e al suo ripristino.

Quando l'ecosistema ha un buon funzionamento (in questo caso i corsi d'acqua, visto che esistono già architetture normative come i Contratti di Fiume, ma il ragionamento vale a ogni livello), questo offre benefici alla collettività. E interventi a favore di un bene pubblico finiscono per migliorare il beneficio alla collettività. Ecco perché, per esempio, il Piemonte è già dal 1990 che ha dato forma all'opzione che una parte del costo del servizio idrico venga destinato alla custodia dell'ambiente in cui si interviene, dalla manutenzione delle sorgenti alla cura dei versanti in alta valle è così via. E' una forma di recupero dei costi ambientali.

E' più difficile però far passare lo stesso concetto (che è culturale, prima ancora che economico e ambientalista) per altri usi delle acque, come la navigabilità (anche se nel caso del Po questa è ridotta solo da Casale in poi). Oppure la pesca, ma anche il bagno 

"Deve essere un passaggio progressivo - spiegano i tecnici della direzione Ambiente -: va rinforzata questo tipo di sensibilità. La scelta di Torino da parte dal Ministero come location per queste tre giornate - alla presenza di altre regioni italiane, esperti internazionali, economisti e tecnici - riconosce però che sul nostro territorio siamo avanti su questi argomenti, con molte buone pratiche. La Regione può indicare la strada, ma poi sta alle autorità d'ambito e alle Comunità montane scegliere se seguirla".

Massimiliano Sciullo

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