Calcio - 30 ottobre 2019, 22:53

La Lazio travolge quel che resta del Toro

Prima la sassata di Acerbi, poi il gol dell’ex Immobile, che nella ripresa fa tris dal dischetto, prima dell'autorete di Belotti: granata sempre più in crisi. E la panchina di Mazzarri traballa pericolosamente

Non è bastata neppure la presenza in panchina del “talismano” Frustalupi, il vice di Mazzarri sempre imbattuto quando doveva sostituire l’allenatore capo. Il Toro all’Olimpico di Roma è durato meno di venticinque minuti, poi la sassata di Acerbi dalla distanza ha sbloccato il risultato, quindi è arrivato il raddoppio di Immobile e per i colori granata è stata notte fonda, con il rigore del grande ex e l'autorete di Belotti a fissare il punteggio nella ripresa.

Agli uomini di Inzaghi è bastato davvero poco per sbrigare la pratica, contro un avversario che era partito in maniera discreta, ma che di fronte alle prime difficoltà è immediatamente sprofondato e che, a parte una clamorosa traversa di Belotti a inizio ripresa, non ha mai creato una sola occasione degna di nota. E se una punizione, già così molto pesante, non è diventata ancora peggiore, col Toro rimasto in 10 nel finale dopo l’espulsione di Nkoulou, lo si deve alla magnanimità della Lazio e alla pochezza di una squadra vuota e senz’anima, che non produce gioco e occasioni neppure nel momento in cui mette in campo, tutti assieme, Belotti, Zaza e Verdi. Perché al Torino manca qualità in mezzo al campo, ma in questo momento manca più di ogni altra cosa convinzione, rabbia agonistica, voglia di soffrire, capacità di reagire. In poche parole, questa squadra non crede più nel suo allenatore.

Mazzarri non è mai stato un esteta o un amante del bel calcio, ma questo Torino è troppo brutto per essere vero, è lontano anni luce dalla squadra che aveva entusiasmato nel girone di ritorno della scorsa stagione. E’ come se si fosse rotto qualcosa, in quella notte di metà settembre contro il Lecce, nella quale una vittoria avrebbe addirittura proiettato i granata davanti alla Juve in classifica. Da allora è stato profondo rosso, anzi sprofondo granata, con sconfitte in serie, qualche pareggino e l’unica vittoria giunta in modo rocambolesco contro il Milan.

Dopo questo rovescio la panchina di Mazzarri traballa pericolosamente e non è detto che a sconsigliare il cambio sia l’imminenza del derby, in programma sabato sera. Poco meno di due anni fa, Mazzarri subentrò a Mihajlovic dopo la sconfitta nel derby di Coppa Italia, a due giorni dalla gara contro il Bologna. E intanto Ringhio Gattuso, che nelle settimane scorse ha detto di no prima alla Samp e poi al Genoa, sarebbe pronto e in attesa solo della fatidica chiamata.

Cronaca. In un Olimpico con tantissimi spazi vuoti, le due squadre si schierano a specchio per questa sfida del turno infrasettimanale. Lazio con il 3-5-2 che vede Milinkovic Savic e Luis Alberto a menare le danze in mezzo, con Caicedo a fare coppia con il grande ex Immobile in avanti, mentre Frustalupi (sostituto dello squalificato Mazzarri in panchina) stavolta schiera subito Zaza accanto a Belotti, rispolverando Lukic, Meité e Laxalt nell’undici titolare, con Lyanco a completare il pacchetto difensivo. Per un quarto d’ora non succede praticamente nulla, con le squadre molto corte e prudenti e i ritmi bassissimi, poi ci prova Belotti ad accendere la serata, ma il suo tentativo in acrobazia non trova la porta.

La risposta della Lazio è immediata e molto più pericolosa, non con il tentativo di Lulic ma con quello di Caicedo al 18’, il cui tiro a giro si spegne di poco alla destra di Sirigu. La formazione di Inzaghi prende stabilmente possesso della metacampo granata, un calcio di punizione di Cataldi sibila pericolosamente a fil di traversa, fino a che a pochi istanti dal minuto 25 una sventola di Acerbi da almeno trenta metri peschi l’incrocio, sorprendendo nettamente Sirigu. Chi si aspetta a questo punto la reazione del Toro resta deluso, perché a giocare è solo la Lazio, con Immobile che impegna Sirigu alla mezz’ora, prima di trovare il raddoppio con una botta dal limite, dimenticato dalla difesa granata e da Nkoulou, che sbandano paurosamente su una veloce ripartenza degli uomini di Inzaghi.

L’unico segnale di vita (si fa per dire) da parte del Torino è un calcio di punizione “telefonato” di Baselli al quale Strakosha risponde presente, troppo poco per provare a riaprire una gara che sembra segnata già prima dell’intervallo. La ripresa inizia con la Lazio in assoluto controllo, ma dopo tre minuti la squadra di Mazzarri avrebbe l’occasione di riaprire i giochi, ma Strakosha è attento sulla conclusione (deviata) di Meite, venendo salvato poi dalla traversa sul tentativo successivo di Belotti. La fiammata granata si esaurisce però alla svelta, così la scossa si prova a cercarla dalla panchina, con l’ingresso di Verdi per Lyanco e la squadra ridisegnata con un 4-3-1-2, dove l’ex napoletano fa il rifinitore.

Subito dopo il cambio nelle fila granata, la Lazio trova il terzo gol sull’ennesima azione veloce, ma il fuorigioco di Immobile rende inutile il tocco vincente di Caicedo. A metà ripresa il Toro prova a giocare la carta Iago Falque (dentro al posto di Zaza, che mostra di non gradire), ma sull’ennesima ripartenza laziale arriva il fallo da rigore di Nkoulou su Caicedo: per il difensore doppio giallo, che significa espulsione e niente derby per squalifica, Immobile trasforma dagli undici metri, mima la cresta del Gallo e la vittoria biancoceleste diventa goleada.

Sirigu evita il poker laziale di Correa e Marusic, ma all'ultimo minuto viene trafitto per la quarta volta da una sventurata autorete di Belotti su azione d'angolo. Il Toro perde partita e onore. Chissà se perderà a breve anche il suo allenatore.

Lazio – Torino 4-0

Lazio (3-5-2): Strakosha; Patric (34’ st Luiz Felipe), Radu, Acerbi; Marusic, Milinkovic Savic, Cataldi (30’ st Parolo), Luis Alberto, Lulic; Immobile, Caicedo (27’ st Correa). All. Inzaghi 

Torino (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Lyanco (7’ st Verdi); De Silvestri, Baselli (30’ st Djidji), Lukic, Meite, Laxalt; Belotti, Zaza (22’ st Iago Falque). All. Frustalupi

Arbitro: Orsato di Schio

Reti: 25’ Acerbi, 32’  e 25’ st (rig.) Immobile, 45' st Belotti (aut.)

Ammoniti: Acerbi, Marusic

Espulso: Nkoulou

Massimo De Marzi