- 01 novembre 2019, 13:25

Crisantemi, fiore dell’imperatore, simbolo di pace, vita e felicità

Oggi nella nostra rubrica parliamo del fiore che da noi è diventato emblema del 2 novembre, ma che fuori dall'Italia ha tutto un altro significato

Buon giorno e bentornati in questa rubrica. Sono Domenico Simonetti, da sempre con la passione per le piante e per i fiori aiuto ormai da anni altri appassionati coltivatori a gestire al meglio la propria collezione di orchidee e piante varie. Potete trovarci e interagire più facilmente con quesiti e nostre risposte sul nostro gruppo Facebook “Orchidee: cura e vendita” (qui il link). Ci occuperemo di dare semplici consigli per gestire le piante che teniamo in casa, sul balcone o in giardino.

Vista la festività di domani, commemorazione dei defunti, parleremo dei crisantemi. Ce ne sono di molti tipi, circa 200 tra cespugli, erbacei, perenni o annuali con caratteristiche abbastanza diverse.

Innanzi tutto un breve cenno storico. Il crisantemo, chrysanthemum, appartiene alle asteraceeae, classificato da Linneo nella metà del ‘700, come pianta appartenete alla famiglia delle composite. La pianta è originaria dalla Cina e di alcune zone dell’Europa dell’Est. Il suo nome deriva dalle parole greche chrysós, che significa oro, e ánthemon, che significa fiore, quindi chrysanthemum significa fiore d’oro. La sua storia è antica e risale a circa il 600 a.C.

 

Simbolo dell’imperatore giapponese, che simboleggia il crisantemo giallo oro

Il crisantemo è simbolo di pace, tanto che fu usato nel francobollo da 2 yen a sigillare il termine della II guerra mondiale. Arrivò in Europa più precisamente in Olanda verso la metà del ‘600 senza riscuotere grande successo. Più tardi nel 700 invece trovò il suo spazio e la sua divulgazione in Francia.

Attualmente in Inghilterra si regalano crisantemi per celebrare le nascite, nei paesi Orientali è simbolo di vita e felicità. Le spose coreane e cinesi usano i crisantemi nelle decorazioni floreali dei loro festeggiamenti.

In Giappone, la festa/giorno del crisantemo è chiamato Kiku No Sekku, festa nazionale in cui si aprono i giardini dell’imperatore con sempre nuove ibridazioni di crisantemo.

 

Tra gli ultimi colori ottenuti del crisantemo c’è anche, dopo ben oltre 10 anni di ricerca del prof. Naonobu Noda e il suo team, il primo Crisantemo Blu della storia. Definito il blu perfetto.

 

Purtroppo in Italia l’uso del crisantemo è quasi esclusivamente utilizzato per le decorazioni floreali del 2 novembre, a causa del suo periodo di fioritura coincidente con questa ricorrenza.

La coltivazione è piuttosto semplice, soprattutto se in terra dove trova da solo i nutrienti di cui necessita. Invece in vaso richiede una concimazione regolare, circa ogni 2 settimane.

Predilige terreni neutri o debolmente acidi ma molto drenanti, come mix di torba e sabbia. Le specie annuali si seminano in primavera a marzo, quelle annuali di solito si propagano per talea (rametti di almeno 5 cm con qualche foglia) o per divisione dei cespi. Le varietà variano da altezze di circa 40/50cm fino a 120cm

Come esposizione di per se è una pianta che tollera il pieno sole, ma se il posto è particolarmente asciutto ed arido, meglio metterlo in mezz’ombra ed una buona pacciamatura del terreno per limitare l’evaporazione dell’acqua dal terreno

Le temperature ideali sono quelle tra i 15° e i 25°, tuttavia resiste fino ai 4° nel periodo invernale. Se la pianta è in vaso, va riparata in un posto non troppo freddo

Si è soliti fare una leggera potatura della pianta a maggio e fine agosto per eliminare le gemme apicali ed permettere un nuovo sviluppa di vegetazione e abbondanti fioriture

Spero che questo articolo vi abbia incentivato a considerare l’uso e la coltivazione del crisantemo non solo i primi giorni di novembre. Alla prossima puntata.

Domenico Simonetti