ll presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, intervenendo ad Asti alla assemblea annuale dell'Unione industriale provinciale (cui ha preso parte anche il numero uno nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia) parlando anche a nome della Giunta da lui guidata ha detto: “Per noi essere qui è importante per dare l’idea di un Piemonte ‘business friendly’ anziché ostacolo alla creatività e libertà del mondo dell’Impresa".
"Io, nelle mie Langhe, sono stato influenzato da Einaudi e credo fermamente che sia fondamentale che il mondo politico non crei disagi all’impresa. Negli ultimi anni, come Piemonte, siamo sempre stati a guardare. Calcisticamente, una ‘terza punta’ di Lombardia e Veneto, che però la palla ce l’hanno passata pochissimo, dimenticandoci che con la realizzazione della TAV diventeremo il centro dell’Europa. E qui voglio rimarcare che il progetto TAV è irreversibile", ha sottolineato il Governatore.
"Anche perché TAV e Terzo Valico sono esempi di una regione che presto sarà al centro di tutti i transiti di merci. Dobbiamo accogliere questa nuova situazione con un atteggiamento diverso, battendoci anche per un rapido completamente dell’Asti-Cuneo”.
“Adesso, invece, dobbiamo fare i conti con un Governo che, anziché intervenire in favore dell’imprenditoria, ideando tasse su plastica e merendine adotta decisioni folli, che colpiscono due settori che vanno molto bene - ha poi aggiunto Cirio, parlando di politica nazionale - Diciamo no a questa oppressione. La salvaguardia dell’ambiente è importante, ma non può divenire un pregiudizio. L’ambiente va rispettato, ma viene prima l’uomo”.
“In Italia – ha concluso con riferimento al presidente di Confindustria, presente in sala, e al ministro per gli Affari Regionali – ci sono due Boccia che contano: di uno mi fido moltissimo, dell’altro molto meno. Ovviamente, quello di cui mi fido ciecamente sei tu, Vincenzo. Proprio ieri ho incontrato il ministro Francesco Boccia e gli ho rimarcato l’importanza di concederci maggior autonomia ricordandogli i piemontesi che l’unità d'Italia l’hanno fatta".
"Non vogliamo smembrarla, ma che, ad esempio, ci riconoscano i 10 miliardi di euro in più che versiamo ogni anno. Dobbiamo avere la forza di chiedere questa autonomia, perché ci spetta”, ha concluso Cirio.