Eventi - 19 novembre 2019, 16:34

L’associazione Il Grande Colibrì organizza “Identità in TransiTO. Accoglienza e supporto per immigrati e richiedenti asilo Trans*“

Domani e mercoledì 27 novembre, a Casa Arcobaleno, un corso di formazione gratuito per chi lavora con migranti e rifugiati trans* utile per capire come comportarsi

Promosso e finanziato dalla città di Torino, “Identità in TransiTo. Accoglienza e supporto per immigrati e richiedenti asilo Trans*” è un corso di formazione gratuito organizzato dall’associazione Il Grande Colibrì.

Avrà luogo domani e mercoledì 27 novembre presso Casa Arcobaleno in occasione del Transgender Day of Remembrace (T-Dor), una giornata mondiale in memoria delle persone trans vittime di violenza. Si tratta di un evento che si pone come obiettivo quello di fornire conoscenze a chi lavora con migranti e rifugiati transessuali e trans-gender.

A parlare sono esperti e volontari, tra cui la psicologa Letizia De-Coll’, l’antropologa Marta Quagliuolo e il dottorando Luca Falzea. La domanda principale che si pongono gli organizzatori dell’evento è “chi è un transessuale/trans-gender immigrato?” e da qui si vogliono fornire informazioni teoriche e pratiche efficaci per sapere come comportarsi.

Il Grande Colibrì nasce come blog informativo nel 2011 da Pier Cesare Notaro a Lecco per poi diventare associazione nel 2014, diffondendosi in diverse città d’Italia, tra cui Torino. Informare e fornire conoscenze certe sulle persone LGBT nel mondo, non solo occidentali, è uno dei primi scopi. Si parla di intersezionalità, concetto giuridico e sociologico che intende sostenere che nell’essere umano sono presenti diversi tipi di identità e cerca di comprendere come l’identità religiosa e culturale si interseca con le diverse sfumature di identità di genere.

L’associazione possiede degli sportelli di ascolto e supporto per rifugiati, richiedenti asilo e immigrati nelle città di Piacenza, Bologna e Lecco, e nel mese di gennaio si prevede l’apertura dello sportello anche a Torino.

Secondo i dati rilevati dal Transrespect.org che risalgono a al 2018, si è verificato un aumento di vittime di transfobia nel mondo. I dati più scioccanti sono quelli del Brasile, che contano 167 reati. L’Italia è la prima in Unione Europea e conta 5 reati registrati. Nel 2019 un’intolleranza simile nei confronti della diversità di genere è il sintomo evidente di una società non informata. Prendendo il caso del Brasile, nonostante vi siano politiche abbastanza aperte che permettano il cambio di genere, essere trans è una forma di stigma sociale e le persone vengono torturate e uccise. Si tratta di migrazioni forzate, in cui si spera che il paese ospitante sia più inclusivo e tollerante.

Capita spesso, invece, che i migranti trans si ritrovino ad essere maggiormente esclusi nel paese d’arrivo: esclusi dalla società accogliente ed esclusi dalla comunità immigrata di appartenenza. Una doppia minoranza, immigrati e transessuali/trans-gender, che sono ricoperti di pregiudizi e non inclusi all’interno del nucleo sociale. Si riscontrano problemi anche a livello lavorativo per alcuni, soprattutto per le ragazze trans, poiché le discriminazioni di genere e di diversità culturale predominano in alcuni ambienti.

Essere vittima di razzismo, xenofobia, omo e transfobia nelle società occidentali e non, è un orrore a cui presto bisogna rimediare per garantire il diritto alla libertà di ogni singolo, ma per far sì che questo avvenga è necessaria una giusta informazione che non miri a chiudere le porte a chi è altro da sé, ma un’informazione che educhi all’apertura verso le sfumature colorate del mondo.

Giulia Amodeo