Aumentano gli stranieri residenti in provincia di Torino, che però “continuano a essere penalizzati o discriminati per provenienza, appartenenza religiosa, accessi a servizi e welfare, come la casa o l'istruzione". Sono le conclusioni del XXII Rapporto dell'Osservatorio interistituzionale sugli stranieri in provincia di Torino, realizzato da prefettura e Comune.
Nel 2018 il numero degli stranieri continua a crescere (+1.439 rispetto al 2017) per un totale di 221.842 persone, pari al 9.82% della popolazione. Nella sola Torino si registra un lieve incremento degli stranieri (+331 rispetto al 2017) che rappresentano ora il 15% della popolazione. I rumeni si confermano la comunità più numerosa (46%) seguiti da marocchini, cinesi e albanesi.
Fanno riflettere i dati sul disagio abitativo, che si è acuito per tutti negli ultimi anni, soprattutto per gli stranieri "sia per problemi di carattere economico-finanziario - si legge nel documento - sia per le forme di discriminazione più o meno evidenti nel mercato immobiliare”.
In particolare, tra gli assegnatari di alloggi popolari nel 2018 aumentano gli italiani rispetto agli stranieri (533 famiglie contro le 255 comunitarie ed extracomunitarie).
Continua ad aumentare la presenza dei minori stranieri nelle scuole (soprattutto primarie): 62.233 (pari al 13% degli studenti regionali)
nell'anno scolastico 2018/2029 risultano 62.233. Un trend che si conferma anche in provincia di Torino, dove il 40% degli alunni stranieri sono iscritti a istituti tecnici, mentre solo il 32% frequenta i licei. Lo stesse accade all'Università e al Politecnico, dove la presenza di studenti stranieri è passata dall’1,7% dell'anno accademico 2002/2003 all'8% fatta registrare quest’anno.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, seppur lievemente, diminuiscono le assunzioni dei cittadini italiani e aumentano quelle degli stranieri, in particolare extracomunitari, che trovano lavoro soprattutto nel settore agricolo (42%) e in quello delle costruzioni (36,7%).
In generale, nel 2018 le assunzioni sono diminuite dell’1,7%, ma riguardano soprattutto gli italiani, visto che il numero degli assunti stranieri è aumentato dell'1%. Bene anche le imprese straniere (+2,7%), che impiegano più donne rispetto a quelle italiane e sono costituite mediamente da lavoratori più giovani.
Le ditte individuali sono la maggioranza (83%) mentre rimangono limitate le società di persone o di capitale. Un ultimo dato, preoccupante, si riferisce agli incidenti sul lavoro, con gli stranieri che sono più esposti agli infortuni rispetto agli italiani, con un aumento degli episodi che nel 2018 risulta pari al 7%.
“L’immigrazione clandestina è un costante serbatoio di risorse economiche per la criminalità organizzata o per il malaffare che si regge sullo sfruttamento”, ha commentato l’assessore regionale all’Immigrazione Fabrizio Ricca. “Le categorie deboli di immigrati, una volta arrivati nel nostro Paese, diventano vittime di mafiosi e sfruttatori. I numeri delle persone vittime di tratta sono impressionanti e questo fenomeno è purtroppo confermato da recenti indagini delle forze dell’ordine".
"La nostra posizione, su questo tema, è chiara: l’immigrazione clandestina va combattuta perché finanzia la criminalità e rende difficile il percorso di integrazione anche per gli immigrati regolari”.