Economia e lavoro - 21 novembre 2019, 14:58

John Elkann, "Entro fine anno il memorandum per la fusione di FCA con Psa"

Il presidente sui dieci anni di Exor: "Chi ha creduto in noi, ha ricevuto dieci volte quello che ha investito. La causa di GM? Assolutamente infondata. Mi spiace solo che Marchionne non possa difendersi"

"Stiamo lavorando molto e i rapporti con Peugeot sono da sempre molto buoni. Credo che entro la fine dell'anno arriveremo al memorandum, anche se resta tutto da studiare in che modo le due famiglie si troveranno nella nuova società, ma è fuori di dubbio la volontà da parte di entrambe di fare il massimo per dare stabilità". Non poteva non essere l'imminente fusione tra FCA e PSA l'argomento principe dell'incontro che John Elkann ha organizzato, per i dieci anni di Exor, prima di rivolgersi agli investitori. "Sono 120 anni che siamo presenti nel settore auto, non vedo cosa dovrebbe cambiare nei prossimi dieci", aggiunge col sorriso a chi gli chiede come vede l'universo Exor nel futuro.

E aggiunge: "Sull'automobile abbiamo rafforzato il nostro impegno, basta guardare cosa era Fiat e cosa è diventato dopo la fusione con Chrysler e ora con Psa. Siamo con società che hanno fatto grandi cose e che hanno grande forza. Non è vero che non saremo azionista di riferimento e non vedo nessun cambiamento nel mio ruolo, si andrà in continuità".

Ma dal mondo auto arriva anche qualche spina, come la causa intentata da General Motors esplosa nelle ultime ore. "Sulla causa di GM la consideriamo priva di ogni fondamento e sarà trattate nei luoghi adeguati. Mi spiace solo un attacco così a una persona come Sergio Marchionne che non è qui con noi e non può difendersi".

E ancora su PSA. "Con Renault non è andata male, semplicemente non si è conclusa. Mentre con PSA c'è anche la componente nel continente asiatico, proprio dove contiamo di espanderci maggiormente nei prossimi anni. Si tratta di un'operazione in cui si rafforzano entrambi i partner".

Ma Exor non vuol dire solo auto. E dieci anni di attività sono in traguardo imponente di cui tirare le fila. "È una giornata importante per noi - dice Elkann - per ragionare su questi dieci anni da quando è nata Exor, a seguito della fusione delle diverse società legate alla mia famiglia in un'unica holding". "È stato un decennio in cui chi ha avuto fiducia in noi ha avuto risultati, tra apprezzamenti e dividendi, in cui investendo un euro ne ottenevi dieci. Siamo molto contenti, anche di avere azionisti e investitori istituzionali che ci hanno sostenuto e ci hanno creduto. Entro il 2022 contiamo di generare fino a 2 miliardi di euro per possibili acquisizioni, cui aggiungere l'1,6 miliardi derivante dalla fusione con PSA".

Ma dal 2009 a oggi, l'universo Exor è piuttosto mutato. "Nel corso di questo decennio abbiamo avuto una grossa rotazione, con vendite, ma anche importanti acquisizioni. Siamo passati da quasi metà del nostro capitale investito in società di cui non avevamo il controllo a società in cui oggi abbiamo il controllo nella quasi totalità, come azionisti di riferimento. Il tutto con una politica di dividendi stabili e costanti nel tempo".

"Le nostre società - aggiunge - non sono solo cambiate,ma modificate, come è capitato con FCA, che da una sola è diventata tre aziende diverse e presto CNH diventerà due società distinte, lo spin off dovrebbe completarsi nel 2020".

Essere Exor, però, secondo il presidente Elkann non è solo una questione di numeri. "Abbiamo voluto riflettere sull'aspetto più importante arrivando al traguardo dei dieci anni: l'importanza della cultura, che è un incontro tra spirito imprenditoriale e disciplina finanziaria. Abbiamo voluto cercare di essere chiari con quello che facciamo: il nostro scopo è costruire con Exor grandi aziende e con un codice di comportamento nei confronti di chi si rapporta con noi". "Non vogliamo tanto celebrare risultati di cui tutti siamo orgogliosi, ma ragionare su cosa vogliamo fare, avendo speso tempo nel definire chi siamo e cosa vogliamo essere".

Inevitabile pensare anche al futuro: "I prossimi dieci anni ci vedranno come negli ultimi cento impegnati a costruire grandi aziende - garantisce John Elkann -. Ne compreremo delle nuove e continueremo a sviluppare la nostra capacità di investimento, anche nel settore delle start up o aziende a conduzione famigliare o dove è ancora presente il fondatore, dunque di prima generazione". "Abbiamo un unico obiettivo: la crescita del nostro Nav rispetto all'indice globale di borsa, misurando in maniera attenta il nostro debito che vorremmo continuare e ridurre nel prossimo decennio. E faremo grande attenzione a un tema emergente come l'impatto sull'ambiente e sulla società. È un elemento che farà sempre più parte di come uno interpreta il ruolo di essere una grande azienda".

Infine, un ricordo per chi non c'è più. "Abbiamo avuto in questi anni grandi uomini come Sergio Marchionne e nel nostro campionato, guardando quelli che sono i nostri competitor, possiamo di essere in testa alla classifica". Passato recente, ma anche più antico, se si risale al fondatore: "C'è una frase del senatore Agnelli che mi ispira e ci ispira: la fiducia nel futuro e poter costruire innovazioni che migliorino la società. Lui è riuscito nonostante due guerre mondiali e situazioni politiche difficili come fascismo e comunismo".

C'è poi un'anima di Exor che lascia spazio a considerazioni che vanno oltre i numeri e i bilanci, andando a fare vibrare anche corde più umane, come quelle del tifo. "La Juventus pensiamo che sia leader nel calcio mondiale e vogliamo sostenerla perché continui a esserlo nel futuro. E se uno vede anche la crescita di valore, questo è condiviso anche come investitori", dice Elkann, che riserva un pensiero anche alla Formula Uno, alla Ferrari: "Domenica mi sono molto arrabbiato (il riferimento è all'incidente tra Vettel e Leclerq che ha messo entrambi i piloti della Rossa fuori gioco). È stata una stagione molto importante, con un numero di pole position che non si verificava dagli anni Settanta. Quanto successo domenica non solo ci ha fatto arrabbiare, ma ci ha fatto capire quanto sia importante la Ferrari, anche se in presenza di piloti molto bravi. Quello che conta è che vinca la Ferrari e su questo Binotto è stato molto chiaro".

Massimiliano Sciullo