Attualità - 23 novembre 2019, 05:50

Alluvione a Moncalieri, tre anni dopo

70 milioni di euro di danni, tra imprese e cittadini, un ricordo ancora vivo, una ferita che sia rimarginando a fatica. Gli eventi del 2016 in un convegno e una mostra mostra fotografica organizzata dall’associazione Triciclo

Sono trascorsi tre anni da quei terribili giorni di fine novembre del 2016 in cui l'alluvione mise in ginocchio Moncalieri, sommergendo la frazione di Tetti Piatti e creando problemi enormi alla popolazione e all'economia.

I danni furono enormi: 70 milioni di euro, 50 per le imprese e 20 per i cittadini. Fa ancora impressione rivedere le imagini delle persone portate via con i canotti, perché in alcune abitazioni l'acqua era arrivata a metri di altezza, sommergendo tutto e tutti. Un ricordo doloroso e ancora vivo in molti, una ferita che la città sta rimarginando a fatica, visto che la trafila dei rimborsi non si è ancora conclusa adesso.

“Alluvione Moncalieri, tre anni dopo. Capire cosa è successo, progettare un futuro resiliente” è il convegno e mostra fotografica che sono organizzati dall’associazione Triciclo a partire da oggi, sabato 23 novembre, con inizio dalle ore 9.20 nel Salone della Famija Moncalereisa, in via Alfieri 40 a Moncalieri, con ingresso libero fino a esaurimento posti.

La mostra fotografica documenta l’alluvione che nel novembre 2016 ha colpito Moncalieri e i comuni limitrofi. Il reportage, composto da 40 fotografie, esposto nell'ambito delle attività organizzate dal Fotoclub “Famija Moncalereisa”, è accompagnato da tabelloni realizzati in collaborazione con la Città metropolitana di Torino, che illustrano i più attuali e corretti strumenti di intervento per la cura e la gestione dei corsi d’acqua. Un numero speciale di Nimbus, rivista della Società Meteorologica Italiana, è dedicato all'evento e alle fotografie della mostra.

Incanto e disperazione. Due facce della stessa medaglia: l’alluvione. Il reportage, nato dall'osservazione dei luoghi che hanno subito la forza e la violenza delle acque, documenta lo stato dei fiumi Po, Chisola e Sangone durante l’ondata di piena, l’arrivo e il ritiro dell’acqua nei campi e nei centri abitati, i danni materiali a oggetti e abitazioni, lo sconforto e la rabbia delle persone. Ma al tempo stesso, l’irruenza della natura, guardata con altri occhi, regala anche stupore, meraviglia, luoghi noti trasformati, angoli di bellezza effimera della durata di poche ore.

La mostra resterà visitabile fino al 7 dicembre, dal mercoledì alla domenica, con orario 16-20.

Massimo De Marzi