Scuola e formazione - 27 novembre 2019, 16:00

Edilizia scolastica: a Torino le aule vivono una "crisi di mezza età": sei su dieci hanno almeno 43 anni

Lo dice il Rapporto della Fondazione Agnelli: se l'anzianità di servizio media in Italia è di 52 anni, nella città della Mole ben 740 su 1196 sono state costruite prima del 1976. Ben 262 sono quelle realizzate prima della Seconda Guerra Mondiale

Sono circa 1200 (1196 per l'esattezza, sparse in vari punti della città), ma ormai cominciano a sentire gli acciacchi dell'età. Gli edifici scolastici torinesi esibiscono infatti una carta d'identità preoccupante: ben 740 sono stati costruiti prima del 1976 e dunque hanno almeno 43 anni. 

Un "almeno" che però - secondo i dati dell'ultimo Rapporto della Fondazione Agnelli su questo tema - è composto da situazioni anche molto diverse tra di loro: se infatti 409 sono state costruite tra il 1961 e il 1975 e altre 69 sono state realizzate nel Dopoguerra, fino al 1960, restano in servizio comunque 262 strutture scolastiche che invece, la Guerra Mondiale - una, se non tutte e due - l'hanno "combattuta". Ben 97 sono infatti sorte tra il 1921 e il 1945, mentre 87 sono addirittura sorte tra l'inizio del secolo e il 1920, con 78 scuole che risalgono perfino all'Ottocento.

Una situazione non semplice, soprattutto se si parla di temi come la sicurezza, ma anche la manutenzione e l'efficienza (di energia o di calore). E quel quasi 62% che sintetizza il totale delle scuole "over43" a Torino colloca il capoluogo piemontese alle spalle solo di Genova (81,1%), Milano (68%), Venezia (65,9%), Bologna (64,4%) e Firenze (63,5%). E comunque al di sopra della media nazionale, che stima nel 60,2% la quota di scuole costruite prima del 1976.

La sintesi è una sola: si tratta di situazioni non più adeguate alle esigenze del futuro dei ragazzi e delle generazioni che verranno. Ma nemmeno al presente. 

“Fra gli investimenti pubblici in infrastrutture – afferma il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto - quelli sull’edilizia scolastica devono assumerne un ruolo centrale, come opportunità di crescita per le giovani generazioni. Ma sarà necessario programmare e agire sulle tre dimensioni insieme: sicurezza, sostenibilità, orientamento all’innovazione didattica. La terza dimensione è importante come le altre due: sappiamo infatti che gli spazi scolastici - come sono progettati e costruiti - sono oggi un fattore chiave per gli apprendimenti e per il benessere di studenti e insegnanti”.

Massimiliano Sciullo