- 28 novembre 2019, 21:43

Funghi velenosi, un breve excursus

Con il nostro Domenico Simonetti, oggi parliamo di funghi: quali sono quelli velenosi? E come riconoscerli? La parola al nostro esperto

Buon giorno e bentornati in questa rubrica. Sono Domenico Simonetti, da sempre con la passione per le piante e per i fiori, aiuto ormai da anni altri appassionati coltivatori a gestire al meglio la propria collezione di orchidee e piante varie. Potete trovarci e interagire più facilmente con quesiti e nostre risposte sul nostro gruppo Facebook “Blossom Suite - Orchidee: cura e vendita”.

Ci occuperemo di dare semplici consigli per gestire le piante che teniamo in casa, sul balcone o in giardino. Ogni anno in estate e in autunno la natura offre una bella varietà di splendidi funghi. In realtà quelli che noi chiamiamo “fungo” è solo il frutto di un organismo molto più complesso, composto da filamenti nascosti nel terreno detti “ife”. I funghi non appartengono al regno animale perché non hanno organi di movimento né atti all’ingestione di cibo/alimenti, ma non appartengono nemmeno al regno vegetale come comunemente si pensa, perché è un organismo che non fa fotosintesi. I funghi quindi instaurano rapporti parassitari o di interscambio con le radici di piante ed alberi, da cui traggono gli elementi che sono a loro indispensabili per vivere. Ci sono anche molti tipi di funghi che sono parassiti di animali o dell’uomo, ma questi esulano dal nostro interesse in questo articolo. Il frutto, quando visibile come i funghi che conosciamo o invisibili come i tartufi, serve per la loro proliferazione. Purtroppo non tutti sono commestibili. Un errore nel loro riconoscimento può costare caro, perché non sempre le conseguenze sono solo un mal di pancia. Più spesso sono avvelenamenti con conseguenze permanenti come danni permanenti a reni e fegato: gli organi che sono deputati a smaltire e metabolizzare le sostanze che compongono gli alimenti che ingeriamo, o addirittura la morte. Quindi MAI raccoglierli e cucinarli/mangiarli senza essere sicuri. Ricordiamo inoltre che è necessario di solito un tesserino che permette la raccolta dei funghi rilasciato dalla Regione o dal Comune di appartenenza, per evitare di incorrere in pesanti sanzioni.

Se volete imparare a riconoscere i funghi, suggerisco di approfondire, fare un corso… ma anche di affiancare per qualche volta chi raccoglie funghi da anni in modo da evitare spiacevoli sorprese a voi stessi e ai famigliari. I funghi possono cambiare molto da quando sono ancora chiusi nella loro cuticola appena spuntati all’aspetto che hanno da frutto maturo. Questo è fonte di molti errori di riconoscimento.

Sul suolo italiano le spese velenose sono una cinquantina che crescono in vari ambienti, dal sottobosco ai prati. L’unico modo per riconoscere i funghi velenosi è identificarli: se sapete riconoscere e sapete il nome del fungo che state raccogliendo, non avrete problemi. Nel dubbio o nel caso di funghi velenosi, meglio evitare di toccarli per evitare errori nelle fasi successive alla raccolta.

Nonostante ormai la stagione buona per la raccolta sia ormai terminata, facciamo una piccola panoramica dei FUNGHI VELENOSI PRINCIPALI DA EVITARE.

Agaricus Xanthodermus

Fungo piuttosto diffuso e che cresce nei prati. Di solito lo si riconoscere per via del suo odore sgradevole e perché la polpa alla base del gambo è di colore giallo paglierino.

Lepiota cristata

Si tratta di un fungo potenzialmente mortale, solitamente conosciuto come Falsa mazza di tamburo, Bubbola falsa o Cucamela. Esteticamente assomiglia a funghi mangerecci… quindi tripla attenzione nella corretta identificazione. Assomiglia molto alla mazza di tamburo, che è commestibile SOLO DOPO la cottura, mentre la lepiota cristata rimane velenoso anche dopo la cottura. Ha un odore simile a quello della “gomma bruciata”. Cresce in estate fino in autunno in vari habitat: boschi, prati, radure, nell’erba di parchi o giardini.

Russula emetica

La Russula emetica, chiamata anche “Colombina rossa”, fungo molto comune, cresce in boschi di conifere e latifoglie. Si trova in estate-autunno in luoghi umidi, velenoso ma non mortale. Ha un sapore estremamente piccante, tanto che in alcune località d’Italia è usato in sostituzione del peperoncino: assolutamente sconsigliata!

Tricholoma pardinum

Tricholoma pardinum è un fungo velenoso molto conosciuto e riconosciuto per il suo motivo particolare sul cappello. Si tratta di un fungo velenoso molto pericoloso perché può essere facilmente scambiato con altri funghi commestibili. Cresce nei boschi di latifoglie.

Cortinarius orellanus

È un fungo velenoso mortale che cresce nel tardo autunno. La sua mortalità è dovuta alla sua tossina “Orellanina” i cui effetti sui reni possono avere luogo dopo 14 giorni dal momento dell’ingestione. Facilmente confuso con il fungo Cortinarius rubellus, molto diffuso in Italia settentrionale e ugualmente mortale.

Amanita muscaria

Conosciuto come Fungo di Biancaneve, è uno dei funghi velenosi più appariscenti del bosco e anche più facili da riconoscere per il cappello punteggiato bianco.

Amanita virosa e Amanita phalloides

Si tratta funghi velenosi mortali. I primi sintomi dell’intossicazione possono insorgere fino a 24 ore dal consumo. L’Amanita virosa non è un fungo molto diffuso, ha un colore candido e condivide le medesime micotossine della più comune specie Amanita phalloides. Nella fase giovanile, viene spesso confuso per il pregiato ovulo reale, con ben altre conseguenze

Boletus Satanas (o porcino malefico)

spesso confuso con il buon fungo porcino (Boletus edulis). Si distingue per il suo gambo ovale o globoso, tozzo, compatto, ingrossato alla base, color giallognolo (giallo rosso) o giallo-arancio; nella parte alta (all’attaccatura al cappello) è ricoperto da un fine reticolo a piccole maglie di colore rosso-vivo. Si distingue dal Boletus edulis per il suo odore che alla lunga può essere addirittura nauseante.

I funghi velenosi ovviamente sono molti altri…. attenzione quindi al corretto riconoscimento prima di mangiarli.

Domenico Simonetti