Attualità - 05 dicembre 2019, 12:54

Altro che wifi che "non prende": il Poli ha fatto il record con un collegamento a 700 chilometri

I risultati della sperimentazione, iniziata nel 2017, sono stati presentati in occasione del Convegno di Agrometeorologia: connessi sensore e ricevitore tra la Sardegna e la Catalogna

E poi c'è chi si lamenta che il proprio router wifi di casa raggiunge a fatica alcune stanze rispetto ad altre. Il Politecnico di Torino è oltre. Talmente oltre, che questa mattina ha celebrato il successo di un progetto - iniziato nel 2017 - che permette di collegare proprio in wifi due punti distanti oltre 700 chilometri. Si tratta di Carloforte (in Sardegna) e un territorio in Catalogna, nella zona di Tarragona. A poca distanza da Barcellona.

Il record è stato presentato in occasione del convegno di agrometeorologia XWC19, un contesto non casuale, visto che proprio nel mondo del meteo queste tecnologie possono trovare particolare sviluppo e applicazione. La sperimentazione ha avuto inizio nel 2017 ed è stata condotta dagli iXem Labs dell’Ateneo (diretti da Daniele Trinchero e di recente impegnati in tecnologie simili per il controllo "a distanza" della salute delle vigne), da sempre concentrati nella ricerca per il superamento del divario digitale, con l’obiettivo di costruire un sistema autonomo e alternativo alla telefonia mobile per la raccolta di dati (l’internet delle Cose), applicabile in qualsiasi luogo, anche quello più remoto, indipendentemente dalla disponibilità di energia e dalle condizioni di copertura.


“La rivoluzione digitale in corso impatta tutti i settori produttivi, soprattutto con il prossimo avvento delle piattaforme per l’Internet delle Cose. Da tempo il nostro Ateneo è attivo in questo campo, e questo record testimonia l’efficacia e l’applicabilità della nostra attività di ricerca”, ricorda proprio Trinchero, che aggiunge: “Questo esperimento ha carattere dimostrativo, con una forte connotazione radioamatoriale. Abbiamo scelto le condizioni di propagazione più favorevoli per raggiungere distanze sempre maggiori, con grande attenzione alla sostenibilità. Il record del 2007 fu ottenuto utilizzando solo materiali riciclati e obsoleti, dimostrando una via alternativa alla digitalizzazione a banda larga. Oggi sperimentiamo dispositivi compatti, di facile installazione, a bassissime emissioni, con fabbisogno energetico minimo, e quindi replicabili. Questa sarà l’Internet del futuro”.

Perché il sistema sia sostenibile e replicabile sono necessarie due caratteristiche essenziali: consumi energetici ridottissimi e collegamenti a lunga distanza. Per disporre di un campo di prova reale, le nuove tecniche di trasmissione sono quindi state implementate su alcuni dei sensori di iXemWine, il progetto del Politecnico finalizzato alla condivisione dei dati agrometeorologici raccolti nelle vigne e utilizzati per migliorare l’efficacia dei trattamenti fitosanitari.

Per rendere l’esperimento reale, i sensori sono stati miniaturizzati, dotati di antenne molto piccole (inferiori a 2 centrimetri) con l’energia fornita da due semplici batterie stilo, alcaline e non ricaricabili. Soprattutto, sono stati posizionati solo in contesti reali, nelle vigne, in mezzo ai filari. Fin dall’inizio, tutte le attività sono state autofinanziate e realizzate in economia: per ovviare alla mancata disponibilità di tralicci, le prime prove sono state effettuate appendendo i ricevitori a palloni meteostatici ancorati al suolo.

Nel 2017 questi dispositivi hanno permesso di raccogliere dati fino a 50 chilometri, distanza comunque superiore a quelle raggiunte dai sistemi telefonici tradizionali. Nel corso dei due anni successivi i sensori sono stati più volte riprogettati e perfezionati, fino alla realizzazione di un collegamento tra una stazione meteo installata il 3 giugno nelle vigne “U Tabarka” di Carloforte, in Sardegna, e un ricevitore insediato successivamente in Catalogna, sulle alture di Tarragona. I due siti sono stati efficacemente e ripetutamente collegati durante tutto il periodo di prova. La stazione, i cui dati sono consultabili liberamente sul sito dei laboratori del Politecnico, ha trasmesso dati ogni 10 minuti, anche a distanze superiori ai 700 chilometri. Nonostante la distanza raggiunta, la stazione oggi, a sei mesi di distanza, mantiene più del 90% di carica residua delle batterie. Il record, quindi, è stato ottenuto con emissioni bassissime (paragonabili al telecomando di un’automobile), ma straordinaria sensibilità in ricezione.

“Abbiamo accolto con entusiasmo l’iniziativa promossa dal Politecnico di Torino - commenta il sindaco di Carloforte, Salvatore Puggioni -. Carloforte si sta affermando sul piano nazionale e internazionale come meta privilegiata non solo per la bellezza del suo paesaggio ma anche per la posizione strategica che occupa. L’esperimento condotto dagli studiosi dimostra ancora una volta come le potenzialità di sviluppo dell’Isola passino anche attraverso l’adesione a progetti posti sulla frontiera della ricerca”.

M.Sci