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Attualità | 05 dicembre 2019, 21:21

Riorganizzazione servizi sociali, l'allarme dei sindacati: "Personale diminuito e invecchiato, si riveda il piano assunzioni"

Le sigle sindacali lamentano alcune problematiche durante la fase di riorganizzazione dei servizi sociali: spiccano criticità riguardo i contratti a tempo determinato e alle nuove assunzioni

Riorganizzazione servizi sociali, l'allarme dei sindacati: "Personale diminuito e invecchiato, si riveda il piano assunzioni"

E' un grido d'allarme quello che si leva dalle principali sigle sindacali circa la riorganizzazione dei servizi sociali torinesi. Tre i principali problemi delineati dai lavoratori all'assessore competente, Sonia Schellino, durante un'audizione a Palazzo Civico: la diminuzione del personale, il ricorso ai contratti a tempo determinato e la difficoltà nel tenere alta la qualità dei servizi proprio a causa di condizioni di lavoro sempre più complicate.

Numeri alla mano, solo nel 2019 sono 60 le figure che hanno smesso di lavorare, mentre nel 2020 lasceranno altre 68 persone. Lavoratori che, una volta andati in pensione, necessitano di essere sostituiti e formati.

Solo qualche settimana fa, durante la riorganizzazione della macchina comunale, alla Divisione servizi sociali erano state assegnate alcune materie importanti come il lavoro e funzioni relative alle trasformazioni urbane e alla qualità degli spazi pubblici. Maggiori incarichi, in un contesto di difficoltà dovuto alla situazione sopracitata. Se già prima della delibera il settore servizi sociali manifestava segni di insofferenza, la sensazione è che dopo l'approvazione della Giunta il malumore e le preoccupazioni si siano acuite.

Non convince pienamente nemmeno la riorganizzazione: "Siamo passati da un'organizzazione circoscrizionale con dieci dirigenti all'attuale distrettuale con soli due dirigenti" lamenta il sindacato Cgil. "E' evidente che il tema delle persone inserite a tempo determinato, più di 100 nel triennio, provoca incertezza a medio termine. Servono risposte precise e immediate" attacca Maria Grazia Grippo, consigliera del Partito Democratico.

Dall'assessore e vice sindaco Schellino, per il momento, nessuna promessa ma la consapevolezza dei settori in cui bisognerebbe intervenire, che quello relativo alle nuove assunzioni: "Un'iniezione di personale sarebbe utile e importante, ma bisogna tenere conto delle esigenze di bilancio. I lavoratori che abbiamo a disposizione stanno invecchiano". Ecco perché, con le poche risorse a disposizione, le scelte diventano quasi obbligatorie: "La riorganizzazione ci ha consentito, almeno in parte, di razionalizzare servizi e muovere di più le persone, per dare loro i migliori strumenti per lavorare".

Il quadro è quello di un equilibrio fragile, vissuto in uno dei settori come quello dei servizi sociali più delicati e allo stesso tempo importanti per la Città di Torino. "Lavorare in uno stato di tensione e angoscia non favorisce le relazioni, che nel nostro campo sono fondamentali" spiegano i lavoratori, che all'assessore Schellino rivolgono un appello acclarato: "Si riveda il piano assunzioni". Una voce che, prima di essere ascoltata, dovrà per forza di cose fare i conti con le difficoltà di far quadrare il bilancio della Città.

Preoccupano poi i dati comunicati sul bilancio di previsione 2020: tra prestazioni, trasferimenti e varie, nella divisione Servizi Sociali e Lavoro, il Comune di Torino ha speso 3.522.071 euro nel 2019. Per il prossimo anno, 2020, la cifra è destinata a scendere a 2.860.082 euro, con una variazione negativa di 661.988, pari al 18% rispetto all’anno precedente.  Anche la previsione delle spese solleva qualche dubbio. La variazione negativa della spesa legata all’entrata rispetto al 2019 è infatti di 1.932.116 euro.

Andrea Parisotto

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