Tra i tanti elementi che accompagnano la fusione tra FCA e Psa, accanto ai numeri economici e produttivi, c'è un dettaglio che tanto dettaglio non è: nel cda del futuro gruppo automobilistico (quarto nel mondo) ci saranno anche due consiglieri espressione dei lavoratori.
Se n'è parlato all'Unione Industriale di Torino in occasione della presentazione dell'indagine congiunturale di fine anno che ha regalato anche alcuni dati sul clima d'opinione legato al matrimonio tra i due grandi marchi automotive. "Un fatto indubbiamente epocale - commenta Giuseppe Gherzi, direttore dell'Unione industriale di Torino e responsabile dell'area sindacale - Ma non dimentichiamo che Psa già aveva una presenza di lavoratori nel Consiglio di Sorveglianza e dunque, in questa maniera, è stata recuperata questa componente, bilanciandola anche con FCA".
"È un bel segnale di innovazione", aggiunge Dario Gallina, presidente dell'Unione industriale. Mentre il presidente di Confindustria regionale, Fabio Ravanelli, aggiunge: "Pur non avendo compiti gestori e non avendo deleghe, questi consiglieri possono comunque portare una sensibilità dei lavoratori e una loro esperienza diretta di fabbrica. È sicuramente un elemento di arricchimento e crescita".
E ancora Gherzi conclude: "Consideriamo che è una realtà da 400mila lavoratori. Se il modello è replicabile? In presenza di un altro gruppo di questo genere ne sarei ben felice".
Parlare di lavoratori in giorni di vertenza, però, significa anche riflettere sulla Vertenza Torino. E il giudizio di Gallina è severo: "Spesso si interviene in situazioni già troppo disperate per trovare una soluzione efficace. Poi giustamente ci si muove per fare il possibile, ma si rischia l'accanimento terapeutico, impegnando risorse preziose. Bisogna fare in modo di muoversi invece in anticipo, per tempo, imparando a percorrere nuove strade".
“È positivo l’ingresso di due lavoratori nel Cda del nuovo gruppo, così come la garanzia che non ci saranno chiusure di stabilimenti, ma naturalmente resta importante verificare quale sarà l’impatto della fusione sul futuro degli stabilimenti, a partire da Mirafiori”. Questo il commento del segretario della Uilm di Torino, Luigi Paone, dopo il via libera arrivato oggi.
“Sarà altrettanto importante l’incontro di venerdì – aggiunge Paone – nel quale avremo modo di approfondire le strategie del nuovo gruppo. Auspichiamo che il Polo torinese (Mirafiori e Grugliasco), oltre alla produzione della 500 elettrica che speriamo venga accolta positivamente dal mercato, diventi un centro di eccellenza e innovazione nel settore della mobilità sostenibile. Ci conforta che, fino a ora, l’apertura del processo di fusione non abbia in alcun modo rallentato il programma degli investimenti originariamente previsti nel piano industriale”.