Politica - 20 dicembre 2019, 10:08

'Ndrangheta in Piemonte, arrestato Rosso: "Si dimetta da assessore e consigliere comunale"

Prime reazioni nel mondo politico torinese. Grimaldi (Luv): "Volto Regione sfigurato". Curatella (M5S):"Inopportuno continui a ricoprire tali ruoli". Furia: "Dire no a voti comodi, ma raccolti in zone d'ombra": M5S e Pd in Regione: "Cirio riferisca in Consiglio"

Prime reazioni nel mondo politico torinese all'arresto dell'assessore regionale alla Legalità Roberto Rosso, nell'ambito di un'inchiesta della Guardia di Finanza sulla 'ndrangheta tra Torino e Carmagnola. Le Fiamme Gialle hanno contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso: per Rosso, le indagini riguarderebbero le ultime Regionali. 

"Un assessore con delega agli affari legali, alla legalità e ai rapporti con il Consiglio Regionale - commenta il capogruppo regionale di Luv Marco Grimaldi - arrestato con l'accusa di avere chiesto voti ai clan della 'ndrangheta. Un fatto che, se confermato, basterebbe da solo alle dimissioni di tutta la Giunta Cirio". 
"Zero leggi, zero delibere e questa storia che puzza e che ti fa dire che nulla sarà come prima. Il volto della Regione è sfigurato, la sua immagine gravemente compromessa e non basterà qualche gesto simbolico a riparare il danno" conclude Grimaldi.

Dalla Sala Rossa arriva, per bocca del consigliere M5S Aldo Curatella, invece la richiesta di dimissioni da assessore e capogruppo comunale di FdI. "Fermo restando che toccherà alla magistratura fare chiarezza, ritengo inopportuno continui a ricoprire tali ruoli per rispetto delle istituzioni in cui risulta eletto", conclude l'esponente pentastellato.

E Paolo Furia, segretario del Pd per il Piemonte, ribadisce: "E' compito della buona politica rifiutare il voto di scambio: dire no a quei voti raccolti in zone d'ombra tra l'illegalità e la legalità: voti forse comodi, ma che privano per sempre il politico della libertà. Notizie come quella di stamattina fanno perdere di credibilità tutta la politica e fanno male alla democrazia perché minano alla base la fiducia dell'opinione pubblica".

E il gruppo regionale del Movimento Cinque Stelle rincara: "Il presidente Cirio ritiri subito le deleghe all'assessore Rosso in modo da escluderlo dalla Giunta della Regione Piemonte. Troppo gravi le accuse a suo carico, i cittadini piemontesi non meritano di essere governati da chi è accusato di aver chiesto voti alla 'ndrangheta. Spetterà alla magistratura fare chiarezza, alla politica invece toccherà avviare un'opera di pulizia al proprio interno''.

''Doveroso poi che il Presidente Cirio riferisca su questa vicenda in Consiglio regionale alla prima occasione utile, a partire dalla prossima convocazione prevista per lunedì 23 dicembre. Chiediamo inoltre che il Presidente del Consiglio Regionale Allasia convochi immediatamente la prima seduta della Commissione di promozione della Legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi. Inaccettabile che la Commissione sia rimasta inattiva, per volontà politica, a 6 mesi dall'insediamento della Giunta".

Domenico Ravetti, Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, insieme a Paolo Furia, Segretario PD Piemonte, sottolineano: ''Il Partito Democratico, di fronte ai fatti che hanno coinvolto in queste ultime ore l'Assessore regionale ai diritti Roberto Rosso, ha chiesto formalmente le comunicazioni del Presidente Cirio in Consiglio regionale. Abbiamo appreso che Cirio ha accettato le dimissioni di Rosso e ha avocato a sé le deleghe, ma vogliamo un'informativa da parte sua''.

''Chiediamo, inoltre, che venga convocata la Commissione legalità perché è fondamentale che il tema venga affrontato con tempi certi nelle sedi opportune e per quanto di nostra competenza".

Cinzia Gatti