Attualità - 19 gennaio 2020, 10:33

Inquinamento in Torino e provincia: piante mangia smog contro CO2 e polveri sottili possono essere un aiuto vero?

Torino è tra le città più inquinate d’Italia, ma la natura può darle una mano con le isole anti smog. Ecco le piante che secondo Coldiretti ripuliscono l’aria

Esistono piante capaci di divorare lo smog contribuendo così a migliorare la qualità dell’aria e per una città inquinata come lo è Torino si tratta di un aiuto importante, certo non risolutivo, ma certamente utile. Il capoluogo piemontese infatti, anche quest’anno continua a collezionare record negativi con ben venti giorni consecutivi di sforamento del limite di 50 µg/m3 di PM10, dato quest’ultimo particolarmente significativo, poiché si tratta del doppio rispetto ai valori consentiti dalla legge. Piantare alberi non può eliminare il problema, ma sicuramente può letteralmente offrire ai cittadini una buona boccata d’aria, creando vere e proprie oasi anti smog.

 Lo sostiene Coldiretti, stilando addirittura l’elenco delle piante mangia smog, capaci cioè di catturare quasi 4000 chili di anidride carbonica nell'arco di vent'anni di vita, bloccando anche le polveri sottili.

Torino a tal proposito può vantare importanti polmoni verdi rappresentati dai 21 parchi urbani, tra questi la Pellerina con una superficie di mq 837.220, 13 collinari e 17 fluviali tanto da essersi guadagnata il titolo di Città d’Acque. L’area torinese infatti vanta di 21.300.000 di mq di aree verdi pubbliche, 110.000 piante in alberate urbane, e di oltre 50.000 alberi nei boschi collinari.

Tra le piante anti smog troviamo il Tiglio, uno degli alberi in assoluto più diffusi nel capoluogo, con circa 10.000 esemplari, una buona presenza si riscontra anche di Bagolari, ne esistono infatti in città più di 5000. Entrambe queste specie sono presenti oltre che nei parchi anche nelle alberature stradali che come una spina dorsale attraversano tutta l’area urbana e dove solitamente compaiono insieme ai Platani.

Al primo posto nella classifica degli alberi mangia smog troneggia l'Acero Riccio che raggiunge un'altezza di 20 metri, con un tronco slanciato e diritto e foglie di grandi dimensioni, ogni esemplare è in grado di assorbire fino a 3800 chili di CO2 in vent'anni. Quest’albero inoltre ha un'ottima capacità complessiva di mitigazione dell'inquinamento e e d’estate contribuisce a ridurre la temperatura. A Torino sono sicuramente presenti esemplari di questa specie in vari parchi e giardini, per esempio nella Circoscrizione 2.

Altrettanto valido con 3100 chili di CO2 aspirate dall'aria, è il servizio svolto dalle Betulle verrucose, capaci di attecchire nei terreni più difficili. Si tratta di alberi che amano i corsi d’acqua e li si può pertanto ritrovare nei parchi fluviali.

Apprezzabile anche l’opera del Cerro, una specie di quercia, presente nei parchi cittadini e del Ginkgo Biloba. Quest’ultimo è un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa, tanto da essere considerato un fossile vivente. Esso, oltre ad assorbire 2800 chili di CO2 come sottolinea la Coldiretti – vanta un'alta capacità di barriera contro gas, polveri e afa ed è in grado di crescere in tutti i tipi terreni compresi quelli urbani. A Torino ne esistono diversi per esempio se ne incontra uno al Valentino, un altro al giardino Lamarmora, ma sicuramente il più celebre è quello del del giardino Cavour, inserito nell’elenco degli alberi monumentali italiani che annovera quegli esemplari ritenuti di particolare pregio per età, dimensione, specie botanica, valore paesaggistico o per un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti da un punto di vista storico e culturale.

 

Funzione anti smog svolgono il piccolo Ontano nero che nonostante i suoi 10 metri riesce ad assorbire fino a 2600 chili di CO2, l’Olmo campestre ed il Frassino comune, tutti e tre facilmente identificabili nelle aree naturalistiche del capoluogo Piemontese.

A migliorare la dotazione di verde pubblico sono chiamati a contribuire naturalmente gli Enti preposti, ma possono svolgere un ruolo di primissimo piano i cittadini partecipando per esempio a campagne indette dal Comune come “Regala un albero alla tua città” o ancora usufruendo del bonus verde, confermato anche per il 2020 grazie al decreto Milleproroghe. Si tratta di una detrazione IRPEF del 36% delle spese documentate sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, comprese le pertinenze, le recinzioni, gli impianti di irrigazione, la realizzazione di pozzi, le coperture a verde e i giardini pensili.

 

 

 

 

Maria La Calce