Economia e lavoro - 21 gennaio 2020, 16:53

Partite Iva in rivolta: la rabbia sui social raggiunge anche Torino e il Piemonte. E domani c'è chi protesta

Dal carico fiscale alla burocrazia, l'insofferenza di una categoria sempre più in difficoltà trova su Facebook un gruppo per sfogare la propria frustrazione. E pianifica per domani una sorta di "sciopero generale"

Un volantino che annuncia forme di protesta nel commercio a Borgaro Torinese

C'è un malumore che serpeggia, non più solamente nelle strade, ma anche sui canali di comunicazione dei nostri giorni: i social network. E' quello del "popolo delle partite Iva", spesso sotto i riflettori per le motivazioni più disparate, ma soprattutto portatrici di una condizione lavorativa che - all'indipendenza - associa anche difficoltà non da poco.

Tasse, burocrazia, controlli, arretratezze varie. Il grido di dolore di un mondo trasversale ai settori e ai territori si solleva anche da Torino e dal Piemonte. E domani potrebbe trovare una sua concretizzazione con una sorta di "sciopero generale" di chi ne fa parte.

Per farsi un'idea della situazione, basta navigare tra i post del gruppo Facebook ribattezzato "Partite Iva, insieme per cambiare", seguito da un sottotitolo piuttosto esplicito, ovvero "insieme per ribellarci" e da una definizione che spiega: "gruppo apolitico per protestare contro la pressione fiscale". Qui, territorio per territorio, con un'adesione che al momento sfiora le 200mila persone, gli utenti si ritrovano per confrontarsi, sfogarsi e cercare conforto. Sono utenti di tutta Italia. E non mancano Torino e il Piemonte, con testimonianze di difficoltà difficili da sostenere e livelli di pazienza ormai ampiamente fuori controllo.

C'è poi chi fissa date e dà appuntamenti. Per esempio, in città - oppure nella prima cintura - compaiono molti manifesti con un'immagine di facile interpretazione: un limone spremuto da una mano che lo stringe con forza. Compaiono a Borgaro , ma anche nel capoluogo torinese, con un appuntamento fissato per le 10 al monumento dei caduti in Lungo Stura Lazio, all'angolo con strada Settimo.

Solo per citarne alcuni: ma ci sono anche testimonianze da San Benigno, Bruino, Barbania, Exilles, Cirié, Cuorgné, Rivarolo e molti altri ancora.
"Dobbiamo farci sentire - è lo slogan che rimbalza tra i post - Non possiamo farci sotterrare senza aver proferito parola".

Domani, dunque, sarà il giorno della protesta.

Massimiliano Sciullo