Eventi - 21 febbraio 2020, 13:20

What if: pensieri e mosse dal futuro

La libreria Therese dedica una serata all’ambiente “in senso lato”, ai beni materiali, ai rapporti umani e non solo

Torino, la nostra città, è ricca di piccole e grandi realtà culturali, di punti di riferimento locali, di luoghi di scambio e bellezza. Da molti anni a questa parte, uno di questi è la libreria Therese, in corso Belgio 49 bis/A.

Originale nella scelta del luogo, volutamente non centrale, e in quella del programma, questa realtà locale organizza frequentemente presentazioni, letture ed incontri. Mai banali.

È questo il caso dell'evento che si è tenuto martedì 18 febbraio: “What if: pensieri e mosse dal futuro”. Una serata dedicata al futuro, in termini non strettamente ecologisti, "un appuntamento dedicato all’ambiente, inteso non solo come natura ma anche come quartiere, strada, persone, stimoli che riceviamo dall’esterno" ha spiegato Davide Ferraris, comproprietario – con Sara Lanfranco – della libreria Therese.

Una serata fatta di letture, colori e partecipazione, a condurre il tutto Martina Vianovi. Si è cominciato con un disegno fatto al volo dalla stessa, un libro che torna ad essere foglia, mentre di sottofondo si sentivano le parole di Marcel Proust.

A ciò è seguita una domanda a cui il pubblico presente è stato chiamato a rispondere in maniera personalissima. ”Che cosa salveresti della Terra?” il quesito. Ad ogni partecipante un post-it e una matita, infine la lettura di tutti questi – rigorosamente anonimi – pensieri. Ne sono emersi gli affetti, il cane ma anche la mamma, le grandi passioni, la musica e il cinema, e alcuni più specifici tesori, i personali rifugi, come il cinema la domenica pomeriggio o il lago dei cigni di Tchaikovsky.

Ma non di soli salvataggi metaforici si è parlato e, a tal proposito, la biblioteca ha presentato una borraccia termica di sua produzione, acquistabile tra un libro e l’altro. Un piccolo contributo per ridurre il consumo di plastica e per contribuire alla salvezza del pianeta che tanto generosamente ci ospita.

La serata è poi continuata con la lettura “Odio il punto esclamativo” di Ugo Ojetti, “E se potessi far leggi, bandirei il punto esclamativo (…) con la speranza che a non vederlo più gl'italiani se ne dimenticassero anche nel parlare e nel pensare, e pian piano espellessero dal loro sangue questo microbio aguzzo il quale dove arriva fa imputridire i cervelli e la ragione e rimbambisce gli adulti, acceca i veggenti, instupidisce i savi, indiavola i santi”. Un brano che appartiene agli anni ’20 del secolo scorso ma che sorprende per la sua attualità, così adatto alla società dei social, fatta di certezze, caps lock e aggressività gratuita.

A chiudere il tutto una poesia di Primo Levi, una delle poche poesie d’amore da lui mai scritte. “Abbi pazienza, mia donna affaticata, abbi pazienza per le cose del mondo, per i tuoi compagni di viaggio, me compreso, dal momento che ti sono toccato in sorte (…)”.

Versi dedicati a una donna ma che, a ben guardare, potrebbero essere scritti anche per la Terra, prima madre e femmina di tutti i noi, il cui domani (tema della serata) è sempre più messo in discussione, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Siamo già nel futuro e, forse, è già troppo tardi.

Ma, per concludere la serata con una nota positiva, Martina Vianovi ha dato un ultimo “compito” ai presenti prima di lasciarli andare via. Una speranza. Un obiettivo costruttivo. “Scrivete un buon proposito e lasciatelo dentro questo vaso. Prima di uscire prendetene uno a caso”. Ed è così che ognuno è andato a casa con il buon proposito di un altro, un’ispirazione, un diverso punto di vista.
E chissà che qualcuno decida di lavorare sul proprio – proposito – o sull’altrui.

È stata una serata dedicata al futuro, al presente, alla consapevolezza e, ovviamente dato il luogo, alla bellezza delle parole. "La prima di tante altre", assicurano.

Rossana Rotolo