Tra i provvedimenti firmati lo scorso 23 febbraio dal Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il Ministro della salute Roberta Speranza, uno prevede la sospensione delle ferie dei operatori sanitari, sottolinea il Nursind.
"Come sindacato non contestiamo il provvedimento in se, ma tutto ciò che è scaturito successivamente. Proprio oggi abbiamo inviato alle aziende di Torino e città metropolitana, una lettera dove si chiede maggior rispetto per il personale. Quello che sta accadendo in alcune aziende infatti, è assolutamente poco corretto e non giustificabile".
"Inizialmente le aziende hanno sospeso le ferie a tutti e successivamente hanno deciso di sospenderle solo previa valutazione, ma creando una sorta di reperibilità fittizia del dipendente, che in pratica non può muoversi dal proprio domicilio per eventuali necessità. Inoltre le aziende stanno valutando eventuali sospensioni delle ferie, in base a eventuali richieste di rimborso".
"Il caso più eclatante è quello di Francesca (nome di fantasia), un'infermiera di reparto alla quale è successo che prima le sono state sospese le ferie per esigenze di servizio e quando la stessa ha presentato una ricevuta con richiesta rimborso di 2000 euro per un viaggio largamente prenotato, l'azienda improvvisamente ha ritenuto non più indispensabile la sua presenza e le ha concesso di andare in ferie".
"L'altra criticità - prosegue Giuseppe Summa, Segretario Nursind Torino- è che in pratica l'azienda sta sfruttando la l'ordinanza regionale per coprire tutte le assenze improvvise, nascondendosi dietro all'emergenza coronavirus. Insomma per Nursind un comportamento scorretto e irrispettoso verso gli infermieri e soprattutto in un momento delicato come questo".
Nel frattempo Francesco Coppolella Segretario Nursind Piemonte, insiste sulla Regione affinché si proceda con assunzioni urgenti. "Mentre altre regioni colpite dall emergenza del coronavirus stanno dando via ad assunzioni straordinarie di infermieri (prima Liguria e poi Veneto) il Piemonte fa finta di nulla. Non ci intetessano risparmi e piani di rientro in questo momento. E se dovesse esserci la necessità (speriamo vivamente di no) di aprire ulteriori posti letto di terapia intensiva come sta accadendo in Lombardia, serviranno rianimatori e infermieri formati e non sarà possibile trovarli in pochi giorni".
"Alla fine chiude con una battuta. É evidente che le criticità si risolvono e si affrontano chiedendo sacrifici alla sanità pubblica e non chiedendo aiuto ai privati", conclude la nota del Nursind.