Attualità - 05 marzo 2020, 11:37

Un sostegno concreto per superare le barriere architettoniche

L'iniziativa dell'assessore regionale al Welfare Chiara Caucino, che sarà attuata grazie a uno stanziamento aggiuntivo nella proposta di Bilancio presentata dalla Giunta. I sindacati confederali, però, chiedono più risorse

Favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati: è questo l’obiettivo dell’assessore regionale al Welfare, che verrà attuato grazie a uno stanziamento aggiuntivo nella proposta di Bilancio presentata dalla Giunta.

Indipendentemente dalle risorse statali che consentono di erogare un contributo massimo di circa 7mila euro, stabilito dal decreto ministeriale che regola la materia, il Piemonte, ha spiegato l’assessore, introduce una novità e destina nel bilancio regionale una quota che consente di alzare a 8mila euro il contributo concedibile.

Vengono poi individuati criteri e indirizzi per il riparto e l’assegnazione delle risorse statali e regionali ai Comuni, nonché per la rendicontazione di contributi liquidati ai Comuni richiedenti. Con riferimento ai contributi statali e regionali è previsto che le risorse disponibili siano destinate a soddisfare il fabbisogno rappresentato dalle domande degli invalidi parziali dal 1989 al 2017, pari a 6.403.106 di euro, in aggiunta alle domande degli invalidi parziali raccolte nel corso della rilevazione straordinaria effettuata nel 2018, comprensive dell’ulteriore fabbisogno al 2017, invalidi totali e parziali, rispettivamente di 189.635 euro e 23.441 euro. Nel complesso, quindi, viene coperto un fabbisogno di 6.616.183 di euro.

L’assessore si è dichiarata molto soddisfatta soprattutto perché viene esaurita una richiesta trentennale in giacenza ai Comuni: un obiettivo di primaria importanza, sia a livello urbano, sia a livello sociale. Ha poi evidenziato come l’accessibilità sia un indice di civiltà per ogni paese e che è dovere delle Istituzioni favorire l’eliminazione di ogni barriera, per permettere a chi è più svantaggiato di accedere a uno spazio e muoversi liberamente al suo interno, per poter usufruire della propria abitazione in maniera indipendente, al pari delle persone che non hanno limitazioni.

Per l’assessore si tratta di un gesto concreto per tutti i cittadini piemontesi che si trovano a vivere una difficoltà fisica, dimostrando come sia possibile vivere in un mondo accessibile davvero a tutti.

"Anche la nostra regione, se vorrà acquisire la sua quota del Fondo Nazionale per la non autosufficienza, dovrà dotarsi di uno specifico piano regionale, da presentare entro tre mesi, a partire dal 5 febbraio scorso. E' per questo motivo che abbiamo inviato all'assessora Caucino la richiesta dell'avvio del confronto, cui parteciperemo insieme alla categoria dei pensionati", scrivono in una nota i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil.

"Gli assessori Icardi e Caucino hanno dichiarato che considerano l'assistenza domiciliare il modello più appropriato e meno costoso per la cura di soggetti anziani e non, in condizioni di non autosufficienza. Chiediamo coerenza fra quanto affermano e le scelte che compiono. Pensare di dare risposte redistribuendo risorse insufficienti, quasi creando la contrapposizione fra territori che avevano istituito il sostegno alle famiglie, quale l'assegno di cura, e quelli che non avevano potuto farlo per carenza di risorse, è quanto meno sbagliato".

"Se un modello funziona lo si estende e si aggiungono le risorse, non si privano le famiglie che lo ricevevano per estenderlo ad altri: significherebbe creare ulteriori difficoltà a oltre 26.000 persone che oggi sono in lista di attesa per prestazioni assistenziali e togliere il diritto anche a coloro che stanno fruendo delle prestazioni domiciliari. CGIL CISL UIL Piemonte, insieme alle categorie dei pensionati, invitano l'Assessora Caucino a sospendere questa iniziativa e chiedono alla Giunta di stanziare le risorse necessarie per il finanziamento del sistema assistenziale nel suo insieme, estendendo le prestazioni alle zone che oggi ne sono prive e guardando alle migliori prassi in atto in molte regioni italiane, convocare con urgenza le organizzazioni sindacali confederali per aprire un confronto in merito".

"Qualora non ottenessimo risposte alla richiesta di confronto saremmo impegnati a mobilitare le cittadine ed i cittadini su questo tema".

comunicato stampa