Viabilità e trasporti - 11 marzo 2020, 14:37

Coronavirus: "Serve un decreto urgente o molte aziende di trasporto turistico falliranno"

L'appello è dell'associazione autonoleggiatori, che in Lombardia, Piemonte e Liguria conta 1.200 aziende

Migliaia di aziende italiane proprietarie di autobus turistici sono sull'orlo del fallimento a causa del decreto emanato dal governo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. A denunciare questa grave situazione è l'associazione autonoleggiatori, che nel solo nord-ovest conta 1.200 aziende: 800 circa in Lombardia, 300 in Piemonte e 100 in Liguria.

IL DPCM del Governo prevede misure per evitare la diffusione del contagio, tra cui evitare spostamenti, rimanere a casa, chiusura delle scuole fino al 3 aprile, annullamento delle gite scolastiche e turistiche, il divieto di assembramenti,...

"Tenete presente - spiega il sindacato di categoria - che, in media, un autobus turistico costa circa 250/300mila euro più Iva, e vengono quasi sempre acquistati in leasing, con canoni mensili che vanno dai 3.500 ai 5.000 euro, rimborsabili in 7-8 anni. Alla fine di questo periodo, i veicoli sono nuovamente da sostituire, inoltre, servono capannoni per il rimessaggio, autisti, segretarie in ufficio, manutenzioni. I costi sono altissimi"

In Italia ci sono aziende con 10, 15 e 20 autobus che devono mantenere almeno altrettanti autisti, per un costo di decine di migliaia di euro al mese. Questo senza contare i leasing, da circa 15- 20.000 euro mensili.

Lo stop ai viaggi e agli spostamenti verso l'estero e in tutto il territorio nazionale non può che provocare un enorme danno a questo tipo di aziende. Che, proprio nel periodo che va da marzo a maggio, concentrano di solito il 50% del loro fatturato annuo.

"Inutile dire - denunciano i rappresentanti sindacali delle aziende coinvolte - che se non viene fatto un decreto urgente, dove gli si sospendono i leasing e le tasse, le aziende falliranno, lasciando migliaia di persone senza lavoro, milioni di euro insoluti alle banche, e tirandosi dietro tutto l'indotto, come gli autoriparatori, e i commercianti di veicoli".

"Piena condivisione delle parole del nostro presidente Paolo Uggè che richiama l’attenzione sulla necessità da parte degli autotrasportatori di poter svolgere nel miglior modo possibile il loro lavoro", ha dichiarato Enzo Pompilio, Presidente di Fai Torino. "L'autotrasporto in questa emergenza sanitaria sta svolgendo un ruolo importante, dopo il personale sanitario e le forze dell’ordine".

"Ma oggi come in occasione di altre calamità, non lo si ricorda mai abbastanza. Spesso si rende la vita ancora più difficile alla categoria, come ha giustamente sottolineato il Presidente Uggè, con la chiusura degli autogrill alle 18. Si chiede al nostro settore uno sforzo immane e nel contempo lo si mette in difficoltà nel svolgere al meglio le attività lavorative".

"Gli autotrasportatori non si tirano indietro ma c’è bisogno di farli lavorare senza bastoni fra le ruote", conclude Pompilio.

redazione