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Economia e lavoro | 13 marzo 2020, 14:23

I vincitori dei Payoneer’s Ecommerce Business of the Year

Anche un’italiana tra i premiati della quarta edizione.

I vincitori dei Payoneer’s Ecommerce Business of the Year

NEW YORK, 25 Febbraio 2020 –Individuare e valorizzare il talento a prescindere dalla provenienza geografica e dall’area d’azione è da sempre uno degli obiettivi di Payoneer, azienda che dalle transazioni economiche internazionali si è evoluta fino a includere una serie di funzioni finanziarie oltremodo raffinate. Payoneer incoraggia le imprese ad andare oltre – una delle espressioni chiave della compagnia –, sia per quanto riguarda i confini geografici sia per ciò che concerne le stesse aspettative dei principali attori della galassia economica globale. Per questo motivo, la sua suite di strumenti si adatta perfettamente alle start-up di fresca fondazione come alle multinazionali in possesso di un know-how consolidato (oltre che di mezzi economici e finanziari misurabili su scala differente).

Il medesimo spirito informa la creazione, ormai quattro anni fa, dei Payoneer’s Entrepreneurship Awards, riconoscimenti che l’azienda consegna annualmente a quelle aziende operanti – a vario titolo, dalla creazione di prodotti ad hoc, alla semplice vendita di articoli, fino all’offerta di un pacchetto di servizi utili a rendere più smart i medesimi ambienti digitali – nel mondo della digital economy. Il tratto comune dei premiati – che d’altronde corrisponde a ciò che Payoneer ama privilegiare – è esattamente questo: la capacità di coniugare un business di successo con l’individuazione di soluzioni immediate a problemi pratici del quotidiano. La ricerca dei vincitori è stata effettuata meticolosamente: più di 3.500 sono state le aziende monitorate, provenienti da oltre 120 paesi nel mondo e aventi come core business gli ambiti più disparati. Ciò ha permesso a Payoneer di individuare delle eccellenze assolute, in grado di assumere il ruolo di guida per le imprese del futuro.

 

Altro motivo di orgoglio, prontamente sottolineato da James Allum, Responsabile Regionale per l’Europa di Payoneer, è rappresentato dalla consistente presenza di figure femminili nel palmarès. Un segno tangibile dell’abbattimento di ogni forma di gender gap.

 

L’esempio più lampante di tale fenomeno è proabilmente quello di Chiara Pellacani, Amministratrice Delegata di eCharme SRL,  impresa digitale con sede a Bomporto (Modena), premiata come eCommerce Business of the Year. Pellacani rappresenta la massima espressione della creatività e dell’intraprendenza femminili messe a disposizione di un’attività imprenditoriale. Entrata a far parte di eCharme solo in un secondo momento, ha messo le sue competenze e le sue capacità a disposizione del fondatore al fine di fare della sua impresa un marchio globale; e in pochi anni è riuscita ad avvicinarsi sensibilmente al conseguimento di un obiettivo tanto ambizioso.

 

Specializzata nella vendita online di prodotti di cosmetica e profumeria, eCharme può attualmente vantare più di 200.000 clienti in tutta Europa, e progetta un’espansione su scala intercontinentale che, con questi ritmi di crescita, appare sempre più possibile. Nel lodare il lavoro di Pellacani, James Allum ha ricordato come il mercato italiano – e in particolare le aziende digitali operanti sul nostro paese – sia tra i più ricettivi per quanto riguarda l’utilizzo dei pagamenti telematici.

 

Dal canto suo, Chiara Pellacani ha insistito sul concetto di comunità in senso allargato, resa realmente globale dalle opportunità offerte dal settore digital. Ciò ha permesso alle imprese locali, secondo l’Amministratrice Delegata di eCharme, di rivendicare a voce ancora più alta il loro ruolo di “motore”, spesso silenzioso e non adeguatamente riconosciuto, dell’economia globale.

 

Il medesimo concetto di comunità allargata è stato evidenziato, da un altro punto di vista, da Katerina Trajchevska, fondatrice e CEO di Adeva, che ha ricevuto il premio Payoneer’s 2020 Entrepreneur of the Year. E d’altronde, un’idea di lavoro comunitario a prescindere dal luogo geografico di residenza è esattamente alla base della sua impresa. Adeva, infatti, si occupa di mettere in contatto e in relazione sviluppatori di tutto il mondo, fornendo loro una piattaforma digitale comune per lavorare in sinergia. Stessi strumenti, stesso ambiente digitale, stesse mansioni, da parcellizzare e portare avanti in sincrono: Adeva si comporta come una sorta di ufficio virtuale, in cui un numero variabile di colleghi si ritrovano e operano insieme. Ciò consente loro grande flessibilità, e all’azienda l’opportunità di scovare i maggiori talenti del settore letteralmente a ogni angolo del globo e farli lavorare insieme. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: attualmente Adeva conta tra le sue fila oltre 500 sviluppatori provenienti da oltre 20 paesi diversi, impegnati in lavori per conto di piccole start-up a grandi multinazionali. La possibilità di calibrare gli interventi a seconda dell’entità del lavoro e del budget messo a disposizione del cliente è uno dei segreti del successo dell’azienda.

 

In qualità di membro e ambasciatrice del movimento Women in Tech, Katerina Trajchevska ha richiamato all’attenzione la crescente importanza delle donne nel mercato digitale, auspicando che il premio da lei ricevuto rappresenti un’ispirazione per molte giovani imprenditrici. Con un aumento del 300% del volume di affari negli ultimi anni, la sua “creatura” può sicuramente costituire un credibile punto di riferimento.

 

All’australiana Kindy Ecobaby è andato invece il premio dalla natura più “etica” nel lotto dei riconoscimenti: il Socially Responsible Business of the Year. La società con sede a Brisbane, infatti, si è distinta per la produzione – e ovviamente la vendita online – di prodotti per l’infanzia ecocompatibili ed ecosostenibili. Una visione della filiera produttiva che non prescinde mai dal rispetto, e persino dalla cura, per l’ambiente. La fondatrice Karen Jackman ha insistito molto sul concetto di perseveranza, ricordando con estrema onestà le sue poco felici esperienze imprenditoriali del passato, concluse con dei fallimenti ma ugualmente portatrici di lezioni importanti, che ora con Kindy Ecobaby è riuscita a mettere a frutto. Attualmente la sua azienda può vantare 10.000 clienti fra Australia e Nordamerica, una costante del 100% di commenti positivi nell’arco degli ultimi tre anni e una presenza pressoché fissa nel “club esclusivo” delle Amazon’s Choices.

 

A margine della cerimonia ha preso la parola anche Scott Galit, CEO di Payoneer, che ha sintetizzato i valori e i principi che hanno orientato la loro scelta. L’obiettivo di Payoneer è individuare quelle aziende che, più delle altre, riescono a proporre una sintesi virtuosa tra sviluppo economico-finanziario, inclusività e attenzione ai problemi pratici e al sociale. Inoltre, richiamando l’imminenza della Giornata Internazionale della Donna, Galit si è dichiarato entusiasta della presenza di tante figure femminili tra i premiati. Il palmarès si completa con aziende provenienti da Ucraina, Brasile, India e Cina.Per conoscere l’elenco completo dei premiati è sufficiente consultare questa pagina.

 

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Go beyond: è questo il claim principale di Payoneer, ed è anche la sua filosofia espressa nella maniera più sintetica e diretta possibile. Andare oltre le barriere linguistiche, culturali, di genere, e infine geografiche. Ma anche oltre le barriere economiche e infine oltre quelle più infide: le barriere motivazionali. Payoneer mette a disposizione una serie di strumenti operativi in grado di potenziare le capacità di un’azienda di penetrare in mercati anche geograficamente lontani. Dai semplici pagamenti internazionali, che rimangono il core business di Payoneer, a una serie di servizi finanziari completi, che vanno dalla creazione di un capitale di esercizio alla gestione dei rischi. Payoneer è operativo in oltre 200 paesi, e tra i suoi clienti figurano piccole start-up come colossi dell’economia digitale, quali Google, Airbnb, Upwork e Amazon.

 

 

Payoneer – un mondo, una piattaforma, infinite opportunità.

www.payoneer.com

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