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Economia e lavoro | 18 marzo 2020, 21:15

Scuole e asili chiusi, l'allarme del settore privato: "Se le famiglie non pagano le rette il comparto sarà in ginocchio"

Mangani (Api Infanzia): "Abbiamo già pensato a scontistiche e rimborsi, ma servono i sostegni dello Stato e della Regione. No a iniziative individuali". Ma l'assessore Chiorino avverte: "Stiamo per mettere in campo i nostri aiuti, ma chi richiede la retta sarà tenuto a restituirla o a scalarla"

Scuole e asili chiusi, l'allarme del settore privato: "Se le famiglie non pagano le rette il comparto sarà in ginocchio"

Scuole chiuse, lezioni interrotte, compiti a casa e didattica online. Si compone di questi elementi la parte legata al mondo della scuola delle decisioni imposte dal governo per rimediare al contagio da Coronavirus. Ma a fronte di queste chiusure, esiste una porzione del mondo dell'insegnamento che sta soffrendo più di altri: quello degli asili nido, scuole dell'infanzia e scuole elementari private, che senza le rette dei piccoli frequentatori rischiano davvero gravi sbilanci economici. "Non è giusto che la crisi ricada solo sulle famiglie - spiega Patrizia Mangani, presidente torinese di Api Infanzia - ma è altrettanto scorretto pensare che si possa non pagare la retta. Quello stipulato con le nostre strutture è un contratto annuale e quindi non si può agire di propria iniziativa in questo senso".

Nei giorni scorsi, però, dal Codacons sono arrivate indicazioni alle famiglie su eventuali rimborsi dei pagamenti per i periodi non fruiti. Una presa di posizione che non ha trovato d'accordo proprio Api Infanzia, la cui presidente ha deciso di scrivere al presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi.

Tra le righe, Mangani ha espresso il suo "forte disappunto rispetto alle notizie apprese negli ultimi giorni dai media con le quali la Vostra Associazione invita le famiglie dei bambini, presenti presso gli asili nido e le scuole che gestiamo, a richiedere per il periodo di chiusura i rimborsi per le rette non fruite". E aggiunge, ricordando l'invito del Capo dello Stato Sergio Mattarella alla concordia: "la nostra Associazione ha già dato un seguito attivo con il comunicato inviato alle famiglie lo scorso 3 marzo con il quale ci siamo già impegnate, pur non avendone l’obbligo, a riconoscere vantaggi alle famiglie qualora il sistema ci metta a disposizione un sostegno economico per le Nostre imprese. Pari atteggiamento ci saremmo aspettati dall’Associazione dei consumatori. E invece così non è stato".

In sintesi, la posizione dei nidi, degli asili e delle scuole private (solo a Torino, circa 3500 dei 7000 posti di asilo nido, non sono pubblici) non è di incassare comunque la retta, ma di procedere in maniera istituzionale: "Pur senza che la legge ci obblighi a farlo, abbiamo già avviato ragionamenti con le famiglie su rimborsi e scontistiche, sulla base però anche del sostegno economico che ci sarà erogato dallo Stato o magari dalla Regione, se come ha annunciato l'assessore Chiorino nei giorni scorsi potrà contribuire alla spesa. Diversamente, si mette in ginocchio un intero settore e molti posti di lavoro che non possono ritrovarsi improvvisamente senza alcun tipo di risorsa".

Ma sul tema arriva anche l'ammonimento della stessa Regione, per voce dell'assessore all'Istruzione, Elena Chiorino: "Apprendiamo che alcuni istituti che erogano servizi per l'infanzia, in questi giorni, stanno richiedendo il regolare pagamento della retta ai genitori dei bambini che le frequentano. Come già comunicato ricordiamo che la misura regionale annunciata per venire incontro alle esigenze di Comuni e famiglie, con particolare riferimento alla fascia 0-6 anni, è finalizzata, in particolare, al pagamento delle rette per i suddetti servizi. Pertanto, gli istituti che hanno già incassato la retta saranno tenuti o a restituirla immediatamente alle famiglie o a scalarla dalla prima retta successiva. Allo stesso tempo invito le scuole che erogano servizi per l’infanzia 0-6 anni ad astenersi dalla riscossione delle rette in questione, in attesa della pubblicazione della nuova misura regionale che, ricordo, comporterà un esborso complessivo di 15 milioni di euro".

Una posizione, quella di Chiorino, che però non manca di attirare critiche. Come quella di Silvio Magliano (Moderati), che commenta: "E' un'ingerenza inaccettabile, ci spieghi piuttosto come funzionerà la misura da 15 milioni".

Massimiliano Sciullo

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