Ancora una volta sono i laboratori analisi a far discutere sul territorio della Asl To3. Questa volta è Nursing Up a sollevare la questione, dopo l'annuncio - avvenuto sabato scorso in occasione della conferenza stampa in cui tutta la Giunta Cirio ha parlato di Fase 2 in Piemonte - di nuovi laboratori per rafforzare la potenza di analisi di tamponi e test nella lotta contro il Coronavirus. Due fuori provincia e uno a La Loggia.
E' proprio questo che non va giù, ai rappresentanti dei lavoratori di Rivoli e dintorni. "Abbiamo molti dubbi sulla gestione dei laboratori che analizzano i tamponi e sulla loro programmazione così come impostata dalla Regione - dicono -. Nel disegno di legge definito “Riparti Piemonte” si fa espresso riferimento alla creazione di tre “super laboratori”, uno a La Loggia, uno a Novara e uno a Biella, per incrementare il numero di analisi dei tamponi per il Covid19. Ci chiediamo quale sia la ratio di riconvertire, con un alto costo di ristrutturazione e avviamento, un laboratorio di Arpa abbandonato dal 2015, per analizzare i tamponi, quando esistono già i laboratori dell’AlsTo3, nella stessa zona, che sono nuovi, di recente ristrutturati e all’avanguardia, dotati di tutto il personale specializzato necessario a processare migliaia di tamponi e, a oggi, quasi per nulla sfruttati, i quali potrebbero fare lo stesso lavoro a costo zero, visto che già sono operativi".
"Perché ci si intestardisce ad utilizzare queste eccellenze come un centro di smistamento dei pacchi di tamponi raccolti, da inviare ad altri laboratori e, presto, a quanto abbiamo capito, anche verso questi nuovi tre super centri quando saranno attivi, con una scelta incomprensibile e non razionale? - prosegue il segretario Regionale Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing UP, Claudio Delli Carri -. I dubbi sull’operazione che vorrebbe mettere in piedi la Regione, di trasformare un centro abbandonato dal 2015 a La Loggia, spendendo centinaia di migliaia di euro, quando invece sullo stesso territorio esistono i laboratori dell’AslTo3, all’avanguardia, nuovi e con il personale sufficiente a essere utile ad un bacino di 600mila abitanti e 4500 dipendenti, è grande. Perché non si sfrutta questa struttura che esiste, ha le professionalità necessarie e non costa nulla visto che è già operativa? Perché si preferisce lasciarla a fare da centro di smistamento e invio altrove dei tamponi raccolti, con microbiologi e tecnici costretti a fare gli spedizionieri? Da dove verrà preso il personale da inviare a La Loggia? Il costo di ogni singolo tampone che, così, viene aggravato anche delle spese di trasporto da un luogo all’altro, a chi viene addebitato? Perché si buttano fondi per scelte che non appaiono strategiche e non si utilizzano questi centri che potrebbero benissimo essere punto di riferimento per i tamponi Covid di quella zona, basterebbe mettere i macchinari necessari e avviare, nel giro di pochi giorni le analisi? Quella di La Loggia è una scelta non strategica, che contrasta con ogni logica di razionale sfruttamento delle risorse esistenti e che non comprendiamo. È possibile che sia più strategico ignorare un laboratorio nuovo, con più di 70 professionisti già presenti e all’opera, per costruirne un alto a suon di quattrini per fare gli esami nella stessa zona? La Regione ci deve delle spiegazioni”.