Cultura e spettacoli - 28 aprile 2020, 08:00

Se il pubblico spettacolo non è chiamato in causa, a Torino il teatro continua in modo "alternativo"

Nessuna disposizione, all'interno dell'ultimo Dpcm, in merito alla possibile ripresa di spettacoli ed eventi. E dopo un momento di sconcerto tra i lavoratori del settore, nel capoluogo e in provincia si moltiplicano le proposte via web

Interplay - Silvia Gribaudi, "Graces"

Non una parola da parte del premier Conte sul futuro dello spettacolo dal vivo nella fase 2, ma l'ennesimo repetita nell'elenco numerato dei divieti espressi dall'ultimo Dpcm: "sono sospese le manifestazioni organizzate, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura con la presenza di pubblico", "svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato", con conseguente chiusura a data da destinarsi di teatri, cinema e sale ballo. Poche righe più avanti, ecco però una precisazione rispetto allo svolgimento delle cerimonie religiose, dove l'apertura delle chiese è condizionata all'adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro".

Ora, se da una parte risulterebbe troppo affettato chiamare in causa l'antica concezione greca del teatro come luogo di ritrovo e riconoscimento della polis - e si vedano le tragedie, inserite all'interno di feste religiose cui un'intera comunità prendeva parte -, dall'altra non sono mancate le voci, a livello locale e nazionale, a commento di questa paradossale diacronia concettuale tra culto e cultura. Per non parlare, poi, del netto distinguo che tutela le discipline sportive riconosciute dal Coni e dal Cip, con il via libera, dal 4 maggio, agli allenamenti a porte chiuse "nel rispetto delle norme di distanziamento sociale". Nessuna menzione, anche qui, al training degli artisti - siano essi attori o danzatori - negli spazi dedicati, ad accesso sbarrato oramai da due mesi. 

Ma se la luce in fondo al tunnel, per il modo dello spettacolo, sembra ancora ben lontana dal manifestarsi, ecco che compagnie, enti e festival si rimboccano con più convinzione le maniche, sviscerando proposte alternative al ritrovo nei luoghi deputati.

"La Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino - ha raccontato il direttore Gabriele Vacis -, in tempo di pandemia, ha continuato il proprio lavoro pedagogico in rete, esplorando le relazioni tra comunicazione diretta e comunicazione mediata, competenze necessarie a un attore contemporaneo". E tutti gli allievi, dalle proprie casa, non solo a Torino, ma anche a Napoli, Trento, Bari, Assisi, Sanremo e Vittorio Veneto, hanno partecipato alla maratona web per il 25 aprile promossa dal Comune di Torino, con una lettura da Italo Calvino. Nel frattempo, il Teatro Stabile porta avanti l'iniziativa virtuale #stranointerludio - promossa sul sito istituzionale, sui canali Facebook, Instagram e Youtube -, che permette ad artisti e registi di portare nelle case degli spettatori testi teatrali, poesie o semplici riflessioni. A partire da oggi verranno proposte nuove clip dedicate al tema della cucina e del cibo, con ospiti Valerio Binasco, Laura Curino, Gabriele Vacis, Orietta Notari, Eugenio Allegri, Matthias Martelli, Filippo Dini, Milvia Marigliano.

Il direttore di Santibriganti Teatro e Teatranza, Maurizio Bàbuin, ha firmato ieri una lettera aperta sul presente e futuro delle attività della compagnia, che "comprendono la gestione delle stagioni dei teatri civici di Settimo Torinese, Busca, Caraglio, Dronero, una rassegna del teatro Dravelli di Moncalieri, corsi di formazione per bambini e per adulti a Moncalieri, Settimo Torinese, Caraglio, l’accademia di perfezionamento per attori Shakespeare School diretta da Jurji Ferrini, laboratori di teatro sociale, oltre a numerose rassegne ed eventi estivi e alla produzione e distribuzione di spettacoli teatrali". 

"Nel corso delle settimane - continua - è comunque proseguito il delicato lavoro di riorganizzazione e riprogrammazione. I corsi, quando possibile, sono stati condotti tramite videoconferenze, mentre si sta cercando di realizzare un piano di recupero per gli spettacoli che sono saltati".

Nel frattempo, Santibriganti ha dato vita a due iniziative virtuali su Facebook, dal venerdì alla domenica: le "Pillole di bellezza", una serie di letture di grandi autori, e "Home Suite Home", una rassegna in streaming, gratuita, a cadenza settimanale, con la possibilità, per chi lo desidera, di effettuare una donazione a Medici senza frontiere. "La situazione è molto difficile - conclude Baàbuin - e, come tutto il comparto dello spettacolo dal vivo, abbiamo e avremo bisogno del sostegno delle istituzioni per poterne preservare l’esistenza".

Spettacoli in streaming, video, recensioni, interviste e incontri virtuali: Interplay, il festival di danza contemporanea di Torino, che proprio quest’anno compie 20 anni, combatte l’emergenza Coronavirus con un ricco piano B. Metà festival nel periodo annunciato, dal 20 al 30 maggio, con un format digitale, e l’altra metà posticipato tra settembre e novembre, trovando ospitalità presso rassegne e festival autunnali.

In una fase così complessa, il segnale di resilienza che Interplay vuole offrire ci dà l’occasione per guardare avanti con fiducia e mettere al centro dell’attenzione il mondo dell’arte e della danza in particolare – dichiara il direttore artistico Natalìa Casorati –. Mi auguro che la nuova edizione rappresenti uno stimolo positivo per tutti coloro che sentono fortissima la mancanza dello spettacolo dal vivo e magari una occasione di scoperta, da casa propria, per chi non aveva  ancora approcciato il nostro mondo”. 

Il team di lavoro ha così scelto di portare sul web, tramite streaming e dirette web in simultanea con i coreografi, la sezione degli spettacoli programmati nei teatri, mantenendo un’attinenza con il progetto sviluppato nell’arco dei mesi. Parallelamente si è deciso di posticipare all’autunno gli spettacoli che si sarebbero realizzati in site specific o in urbano, trovando ospitalità in altre manifestazioni. Dal 20 al 30 maggio, a partire dalla ore 21, un vero e proprio festival digital con i migliori talenti italiani e stranieri, dieci compagnie (cui si aggiungeranno altre tredici a settembre), e oltre cento artisti provenienti da quattordici nazioni diverse.  

Ma c'è anche chi non vuole scendere a compromessi, rifiutando qualsiasi "surrogato" virtuale nell'attesa di riaprire le sale concerti e accogliere un pubblico in carne e ossa. E' il caso Del FolkClub di Torino, diretto da Paolo Lucà e giunto al suo trentennale: "Nelle scorse settimane - ha scritto in una nota diffusa il 25 aprile - abbiamo assistito a un florilegio mai visto di eventi online, dirette streaming, spettacoli in sincrono da innumerevoli schermi, performance in differita...E' comprensibile: l'arte scaturisce anche dall'urgenza di esprimersi, comunicare, trasmettere, talvolta senza badare troppo all'importanza del medium attraverso cui ciò avviene".

"Per noi - ha precisato - il mezzo non è mai trascurabile. Nel corso di tre decenni abbiamo reso uno dei nostri punti di distinzione il modo FolkClub di proporre e fruire la musica dal vivo. Per chi, come noi, ritiene che la comunione e la condivisione tangibile tra artisti e spettatori di attimi, vibrazioni, atmosfere, emozioni sia parte fondamentale e irrinunciabile dello svolgimento di uno spettacolo, non è nemmeno lontanamente ipotizzabile che la realtà surrogata delle ultime settimane possa diventare in futuro la normalità dello spettacolo dal vivo".

"Da parte nostra - ha concluso - possiamo fare oggi un'unica promessa: qualsiasi siano le modalità che sarà possibile e sostenibile per noi adottare, FolkClub non accetterà compromessi in nome del 'purché sia', rimanendo rigorosamente fedele al suo modo di operare, garantendo quindi il massimo rispetto ugualmente per artisti e spettatori".  

Manuela Marascio