Cultura e spettacoli - 02 maggio 2020, 20:25

"I visitatori distanziati lungo un percorso di 2 km: il Museo dell'Auto ripartirà con la Formula 1" [INTERVISTA]

Il direttore Mariella Mengozzi: "Siamo privilegiati per conformazione, con una superficie 12 mila mq. Incentiveremo la vendita online e la prenotazione degli ingressi, aprendo in giorni scelti della settimana"

Mariella Mengozzi, il Museo dell’Automobile di Torino, allo scoppiare dell’emergenza Coronavirus, ha subito lo stop in un momento particolarmente florido, tra la mostra per i 70 anni della Lancia Aurelia e l’avvio di un nuovo anno di attività didattiche con le scuole. In che modo avete riorganizzato il vostro lavoro da remoto e quali iniziative online avete avviato, per restare in contatto con il pubblico?

Con la chiusura, abbiamo avviato una serie di iniziative per stare comunque vicini ai nostri appassionati, ad esempio alcune interviste al nostro staff, cogliendo l’occasione per far meglio conoscere tutti i professionisti che lavorano nel Museo. Abbiamo raccontato storie attraverso il nostro Centro di Documentazione e quello di Restauro, soprattutto legate alla Formula 1, di cui avremmo dovuto festeggiare i 70 anni, con l’intervento del conservatore Davide Lorenzone; poi abbiamo partecipato ad Archivissima con alcuni materiali relativi al rapporto tra donne e automobili nella storia, tema dell’anno. Purtroppo, per quando riguarda le scuole, dato che le gite si concentrano prevalentemente in questi mesi primaverili, non siamo riusciti a recuperare in corsa. Tuttavia abbiamo mantenuto, ove possibile, un filo diretto con gli insegnanti, e ci stiamo organizzando per il futuro incrementando la fruizione in digitale del materiale didattico, che può essere una bella opportunità per raggiungere più scuole, compatibilmente con le risorse. Vorremmo impostare una didattica più allargata e diffusa anche a livello internazionale. 

Un’attività online molto interessante, come ricordato ora, è quella del vostro Centro di documentazione. Come funziona la consultazione da remoto?

Si tratta di uno dei più prestigiosi al mondo per tipologia e quantità dei materiali raccolti, pur non essendo tanto conosciuto dal pubblico. Abbiamo quindi approfittato di queste settimane di chiusura per valorizzare l’archivio, consultabile online: raccoglie qualcosa come 8 mila monografie, 800 riviste, di cui 200 testate solo presso il nostro museo. Non tutta la documentazione è digitalizzata, naturalmente, solo un terzo, ma è tutto catalogato. Attraverso il nostro sito è possibile accedere al Centro mediante il programma Archidoc. Si possono fare delle ricerche anche molto interessanti, alcuni materiali sono davvero unici e molto ben organizzati. Abbiamo diversi fondi, come quello del nostro fondatore, Carlo Biscaretti di Ruffia, o di Giovanni Canestrini, con materiale epistolare molto prezioso e raro. 

Le ultime disposizioni del governo prevedono la riapertura dei musei dal 18 maggio. Come vi state muovendo per la ripartenza e che strategie applicherete per agevolare gli ingressi dei visitatori?

Il nostro museo parte da una sistemazione strutturale molto favorevole: 12 mila metri quadri, con un percorso lineare di 2 km ben definitivo tra ingressi, accessi nelle varie aree e uscite, senza incroci. Quindi i visitatori non rischiano di creare assembramenti, a meno che non si rallenti il flusso, ma ovviamente ogni zona del museo sarà presidiata in modo da garantire le distanze di sicurezza. Limiteremo gli accessi in base alle disposizioni che ci verranno date, al momento non abbiamo un parametro certo rispetto alla riduzioni di capienza richiesta. Certamente predisporremo tutti i dispositivi del caso, con la misurazione della temperatura e i gel igienizzanti, che erano già statti messi nel corso della prima chiusura e riapertura. Ma non sarà di certo quello lo scoglio principale. La sfida vera sarà vedere la quantità di pubblico in circolazione, su questo resta un grosso punto di domanda. Da una parte si sente molto voglia di riprendere una vita normale, ma le restrizioni tra le regioni influiscono sugli spostamenti, e dovremo fare una serie di riflessioni sul nostro potenziale, valutando magari le aperture solo in determinati giorni della settimane e in certe fasce orarie, e incentivando la vendita di biglietti online con prenotazione dell’orario di ingresso. Credo comunque che a queste soluzioni il pubblico possa abituarsi molto in fretta, e noi siamo già privilegiati per il tipo di conformazione. 

Tra le novità inaugurate alla fine del 2019, la sezione espositiva dedicata al fondatore del Museo, Carlo Biscaretti di Ruffia. Un allestimento che punta molto sul multimediale e l’interazione. Pensate di investire maggiormente in questo ambito, per attirare nuovamente il pubblico? 

Sicuramente le digitalizzazione e la fruizione di contenuti multimediali diventerà sempre più importante. Ritengo tuttavia che la visita fisica al museo resti insostituibile, e avere gente che ammiri sul posto le nostre collezioni resta uno dei nostri obiettivi principali. In parallelo si svilupperanno tante altri iniziative online per arricchire l’esperienza in sé; ad esempio stiamo lavorando sulla gamification, creando giochi e intrattenimenti per i vari pubblici, mantenendoli più vicini a noi e coinvolgendoli in modo interattivo. Non posso tuttavia dire di avere già tutto chiaro, ma, come museo, facciamo parte di un sistema molto dinamico e creativo, nel tessuto culturale di riferimento, e, allo stesso tempo, abbiamo modo di confrontarci costantemente con altre istituzioni a livello europeo. Siamo un museo con caratteristiche davvero uniche: quanto è stato fatto finora, come il rifacimento del percorso espositivo, più la nuova sala mostre che stavamo per inaugurare con l’omaggio alla Formula 1, sono tutti interventi studiati nell’ottica di dare contenuti innovativi ed emozionai al pubblico. Le risorse rimangono il punto di domanda più urgente, ma si vedrà: sono comunque ottimista.

Anniversari, mostre tematiche, collaborazioni: quali saranno i progetti del Mauto di prossima realizzazione? 

La mostra sulla Lancia Aurelia rimarrà allestita almeno fino all’autunno, per dare modo ai visitatori di fruirne appieno, dato che aveva avuto un grandissimo richiamo dopo la sua inaugurazione. Stiamo predisponendo un allestimento molto interessante che riguarda un prodotto torinese di futura generazione, anche legato all’arte contemporanea, non appena riapriremo. Poi faremo una mostra legata a un’asta, penso nel mese di luglio. Infine altre iniziative legate a diversi anniversari con le case automobilistiche, ad esempio i quarant’anni della Panda, disegnata da Giorgetto Giugiaro, o i cinquanta della Citroën GS, da calendarizzare in base alla nuova programmazione. Posso garantire che il museo manterrà la sua vivacità e dinamicità, pronto per ripartire a pieno regime nel 2021. 

Manuela Marascio