Economia e lavoro - 03 giugno 2020, 17:57

Debiti e attuazione del piano del Governo, le sfide del commissario del Regio. Appendino: "Non sarà macelleria sociale, garantita occupazione"

La sindaca: "Perdita di bilancio da 2.5 milioni di euro per 3 criticità: crisi di liquidità, debito e differenza tra ricavi e costi. Oggi dico che avrei potuto e forse avrei dovuto commissariare prima. Ma era giusto provarci"

Ristrutturazione del debito, ripatrimonializzazione della Fondazione, recupero del disavanzo ed attuazione del piano di investimento del Governo da 8 milioni e mezzo. Il tutto garantendo gli attuali livelli occupazionali. Sono queste le quattro criticità che dovrà affrontare in prima istanza il futuro commissario del Teatro Regio, come illustrato questo pomeriggio dalla sindaca Chiara Appendino.

La prima cittadina intorno alle 14 ha incontrato i sindacati, per confrontarsi sulla richiesta al Ministero per i Beni e le Attività culturali di nominare un commissario ministeriale. Una scelta, come ha chiarito la prima cittadina su sollecitazione dei giornalisti, che nulla a che fare con l’indagine che la scorsa settimana ha travolto l’ente lirico ed in particolare l’ex Sovrintendente William Graziosi. A quest’ultimo la Procura contesta i reati di abuso d'ufficio, corruzione e concorso in corruzione.

Dopo un confronto con il Consiglio di indirizzo e i presidenti delle fondazioni di origine bancaria, Appendino ha annunciato la necessità di nominare un commissario straordinario, “per risanare in maniera strutturale i conti dell’ente lirico: l'iter di assegnazione dell'incarico si concluderà intorno alla fine di giugno". 

“Il bilancio consuntivo del 2019 – ha spiegato la sindaca - presenta un passivo di 2.5 milioni di euro, il commissariamento è quindi automatico: se avessimo voluto evitarlo avremo dovuto ripianare la perdita. La bozza del documento finanziario passerà la prossima settimana al vaglio del consiglio di indirizzo, dei sindacati ed all’assemblea dei soci”.

La perdita del bilancio – ha chiarito Appendino – deriva da tre criticità strutturali. In primis la crisi di liquidità che perdura da anni: nonostante gli sforzi non è risolvibile con strumenti ordinari, ma ne servono di straordinari”. “Il secondo grande tema -ha aggiunto - è quella del debito, ridotto a 28 milioni di euro, ma che necessità di un  intervento”. “Il terzo tema - ha proseguito la prima cittadina - è la differenza tra ricavi e costi: è necessario procedere con misure straordinarie. Oggi dico che avrei potuto e forse avrei dovuto commissariare prima. Ma era giusto provarci"

Forte preoccupazione è stata espressa negli scorsi giorni dai dipendenti dell’ente lirico, che lunedì hanno dato il via ad una mobilitazione davanti a Palazzo Civico per dire no al commissariamento: il timore è che vengano tagliati posti di lavoro. Una paura ribadita oggi da SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL FIALS-CISAL che hanno chiesto garanzie per la tenuta dei livelli retributivi e occupazionali - a partire dai rinnovi dei contratti a tempo determinato - e alle assunzioni e concorsi già programmati.

Vogliamo mettere fondamenta solide per garantire il futuro del teatro e di tutto il personale. Non è mio interesse, né come presidente della Fondazione Teatro Regio, né come sindaca generare disoccupazione. Questo provvedimento non vuole essere di macelleria sociale: abbiamo chiesto di garantire i livelli occupazionali” ha replicato Appendino.

redazione