"Siamo la forza che tiene in piedi il Paese, paghiamo l’inefficienza della burocrazia statale". Così il presidente degli industriali piemontesi, Fabio Ravanelli, ha replicato alle parole che questa mattina sono state affidate ai giornali da Pasquale Tridico, presidente nazionale dell'Inps. Frasi che, se da un lato promettono entro venerdì il pagamento di tutti gli arretrati di cassa integrazione in deroga che ormai da settimane si accumulano, dall'altro parlano di aziende che avrebbero fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per il Covid anche oltre le reali necessità "per pigrizia e opportunismo".
Affermazioni che non potevano lasciare indifferenti gli ambienti produttivi, compresi quelli sabaudi. Che hanno affidato al presidente di Confindustria Piemonte il loro pensiero in materia: "Invece di insinuare la malafede delle imprese che starebbero approfittando della copertura dello Stato anziché ripartire dopo l’emergenza sanitaria - dice Ravanelli - il presidente Tridico dovrebbe preoccuparsi di tenere fede agli impegni presi ed erogare quanto dovuto ai lavoratori nel più breve tempo possibile. I ritardi accumulati nel liquidare la cassa integrazione e i problemi conseguenti che famiglie e aziende devono affrontare sono più che conclamati".
"Dal suo punto di osservazione forse al Presidente sfugge che molte aziende stanno anticipando la cassa per supplire alle mancanze di una burocrazia statale spesso inefficiente, mentre devono comunque far fronte agli oneri fiscali e contributivi - affonda il colpo il numero uno degli industriali della nostra regione -. Il pregiudizio verso il sistema imprenditoriale insito nelle sue parole è francamente inaccettabile: in un momento così delicato per tutto il Paese non si sentiva certo la necessità di un intervento così divisivo, quando sarebbe fondamentale una visione costruttiva, un approccio coesivo tra tutte le parti coinvolte, come auspicato dai più alti rappresentanti delle nostre Istituzioni".
E proprio sullo stesso tema, nei giorni scorsi il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, accompagnato dall'assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, aveva incontrato i vertici dell'Inps piemontese. Un vertice da cui era scaturita la garanzia che i piemontesi avrebbero ricevuto "entro il 21 giugno (...) i soldi che aspettano".
"Come Regione abbiamo trasmesso il 97,5% delle domande - aveva sottolineato Cirio - e a oggi l'Inps ha pagato il 55% delle richieste, per un totale di circa 76mila persone". Ora la data sul calendario è stata addirittura anticipata al 12 giugno. I piemontesi, intanto, aspettano.
E in serata anche da parte dell'Unione Industriale di Torino sono arrivate parole di condanna per le parole di Tridico: "Chi ha l’onore di rappresentare questo istituto deve necessariamente avere il senso di responsabilità delle sue azioni e delle sue dichiarazioni. Le accuse di pigrizia ed opportunismo alle imprese italiane, da parte del presidente dell’Istituto previdenziale nazionale Pasquale Tridico, sono ingenerose ed offendono l’impegno, il lavoro e a fatica che ogni giorno migliaia di imprenditori profondono. Insultare - in modo del tutto immotivato - il sistema imprenditoriale italiano significa danneggiare l’immagine del Made in Italy all’estero, ovvero indebolire quell’eccellenza che oggi permette all’economia italiana di evitare il collasso. Gli imprenditori sono stati gli eroi nascosti di questa emergenza nell’affrontare, con impegno e determinazione, situazioni nuove ed eccezionali, nel tenere vivo il tessuto economico e produttivo italiano con modelli e strategie mai attuati prima, riconvertendo la propria attività e accettando, laddove necessario, costi e responsabilità nuove". "È gravissimo che in un momento in cui bisognerebbe essere uniti e apprezzare lo sforzo di tutti, alle proposte e alle soluzioni si preferisca un linguaggio conflittuale. Ci auguriamo che all’ondata di indignazione suscitata dalle parole di Tridico segua anche un moto di orgoglio da parte del Governo e del Parlamento nei confronti del sistema produttivo italiano".