Perché non si usano i risparmi sul personale del Regio, accumulati durante il lockdown, per evitare il commissariamento? E’ questa la richiesta univoca dei sindacati, oggi auditi in Commissione per parlare della scelta di chiedere al ministro Dario Franceschini un commissario per l’ente lirico.
A fare i conti delle economie è Pierluigi Filagna di Fials-Cisal, che ha spiegato: “Le spese per i dipendenti ammontano a 20 milioni di euro all’anno, pari a 384 mila euro a settimana”. “Durante l’emergenza -ha precisato - i lavoratori sono stati messi in fondo integrativo salariale: in questi mesi la Fondazione ha risparmiato 5 milioni e 300 mila euro. Cifra nettamente superiore rispetto ai 2.3 milioni di debito nel bilancio 2019”.
Grande preoccupazione è poi stata espressa sui lavoratori a tempo determinato. "L’altro giorno – ha spiegato Filagna, a cui ha fatto eco anche il collega Antonio Torchitti della Cisl – dopo l’incontro con la sindaca, che annunciava il commissariamento garantendo però i livelli occupazionali, c’è stata negata dal Sovrintendente Schwartz la firma dell’accordo per rinnovare il contratto a 60/70 precari, dicendo che non c’erano le condizioni”. “Ci siamo rimasti male – hanno continuato - perché Appendino aveva preso un impegno: chiediamo che firmi lei questo documento”.
I sindacati hanno bocciato in pieno dunque la proposta di commissariamento, ricordando come in questi anni il Regio fosse “sotto organico: è stato tagliato il corpo di ballo e sono state fatte sforbiciate, perché doveva essere economicamente sostenibile. Sono stati promessi concorsi, che non sono mai stati banditi”. Alessandro Pagliero della Cgil ha definito la nomina del commissario una “scelta politica, che non solo fa perdere il prestigio, ma mette in pericolo il baricentro della cultura di Torino”. Per Antonio Torchitti della Cisl c’era un “piano di sviluppo elaborato da Guerzoni, sul quale si poteva avviare un confronto”.
Nessun esponente della giunta, come denunciato dalla vicecapogruppo del Pd Chiara Foglietta, era presente al confronto con i sindacati, “né la presidente della Fondazione Appendino, né Leon. Un'assenza vergognosa che continua a dimostrarmi il menefreghismo dell’esecutivo”. A replicare il consigliere del M5S Antonio Fornari, che ha spiegato come si già aperto un tavolo tra la giunta e le organizzazioni sindacali. Sulla stessa linea il collega Andrea Russi, che spiega di non aver convocato assessori e sindaca perché "le commissioni sono momenti conoscitivi in cui i consiglieri acquisiscono le informazioni necessarie a portare avanti le proprie iniziative politiche".
"La complessa situazione che sta attraversando il Teatro Regio di Torino evidenzia la necessità di un ampio confronto tra istituzioni e l'esigenza di un'azione collegiale", ha invece detto la consigliera regionale Francesca Frediani. "La Regione non può restare a guardare mentre è in ballo il futuro di una delle realtà culturali più importanti del Piemonte. E' necessario aprire un dibattito nelle sedi opportune" conclude l'esponente pentastellata.
"Il commissariamento del Regio va oggi impedito ad ogni costo. Il sindaco Appendino che contro tutti impose il Sovrintendente Graziosi proprio con l'obiettivo di risanare l'ente ha ora l'obbligo di evitare questo ulteriore disastro": è quanto dichiara Silvia Fregolent, deputata di Italia Viva. "Qualora il Regio fosse commissariato si innescherebbe un processo irreversibile. Uno dei principali teatri lirici del mondo rischierebbe di perdere eventi, professionalità e di essere quindi declassato e sminuito".