Un evento semplice, a porte chiuse e per pochi intimi, è quello andato in scena lo scorso 5 giugno nella Sala Carle dell’Ospedale Mauriziano di Torino, dove è stata proiettata un’anticipazione di “Quell’anno in cui…”, opera fotografica con cui il reporter torinese Stefano Stranges ha documentato il lavoro di medici e infermieri al lavoro in prima linea nei giorni più tragici e impegnativi della lotta al Covid-19.
A organizzare la proiezione la dottoressa Gabriella Buono, direttrice del reparto di Anestesia e Rianimazione del "Mauriziano", mentre i pochi intimi invitati all’evento, insieme alla direzione dell’ospedale, erano gli stessi sanitari: medici e infermieri che per settimane, senza mai risparmiarsi, hanno combattuto questa difficile e faticosa battaglia dal fronte del reparto torinese.
Quello organizzato dalla dottoressa Buono attraverso la proiezione in anteprima del capitolo che Stranges ha voluto intitolare “Il limbo” è stato anche un’occasione per rivolgere un ringraziamento a tutta l’équipe medica, che l’obbiettivo del fotografo torinese ha immortalato nel momento più difficile dell’emergenza.
Dopo una breve introduzione dell’autore, che ha voluto spiegare l’intento dell’opera e illustrarne la composizione, la responsabile del reparto si è così rivolta al personale sanitario presente con la toccante lettura di una lettera ricevuta dai figli di un paziente, che dopo la terapia intensiva e la successiva degenza è guarito dal virus.
“Medici e infermieri – si legge nella missiva - hanno profuso tutte le loro energie nella cura e nell’assistenza, salvando la vita a nostro padre le cui condizioni cliniche erano davvero avverse. Abbiamo molto apprezzato il continuo conforto che abbiamo ricevuto. Durante la degenza non ci è mai mancato il lato professionale, fondamentale, ma anche e soprattutto quello umano di tutto il personale. A tutti i medici, infermieri, oss e personale di supporto del reparto, il nostro ringraziamento e tutta la nostra gratitudine”.
“Mi sembrava che fosse una bella cosa documentare questo periodo. Un momento unico per noi medici, per gli infermieri e per la sanità in generale”, ha poi spiegato la dottoressa Buono, che volentieri ha accolto la proposta arrivata da Stranges. "Conoscevo alcuni suoi precedenti lavori e avevo potuto apprezzare la sua sensibilità di reporter, sicuramente quella giusta per riuscire a comunicare quello che stava accadendo, e farlo col dovuto equilibrio".
Realizzate durante un lungo weekend trascorso al fianco dell’équipe medica di terapia intensiva, "quelle immagini raccontano molto, moltissimo, di quello che gli operatori sanitari hanno dovuto vivere durante i mesi più neri dell’emergenza – ha detto ancora Buono -. Anzi, forse raccontano anche più di quello che era nel nostro vivere quotidiano, quel 'di più' fondamentale a cui non avevamo tempo di pensare, mentre curavamo gli ammalati”.
L’idea ora è quella di utilizzare quelle immagini per farne una mostra nei corridoi ottocenteschi del Mauriziano, coinvolgendo tutti gli operatori sanitari dell’ospedale.
“Un brutto periodo è passato – conclude la Dottoressa Buono - ma dobbiamo ancora fare attenzione, proteggerci e fare in modo che niente di tutta la parte tragica e più difficile che abbiamo passato, si ripresenti in nessuna forma”.