Attualità - 25 giugno 2020, 17:26

Decentramento, i Comitati Riuniti di Porta Palazzo al Comune: “Bene allargare la partecipazione, ma sia garantita la rappresentanza”

Il gruppo “Associazioni e Comitati Riuniti di Porta Palazzo” è stato ascoltato, durante un'audizione della Commissione Speciale Decentramento, riguardo la nuova bozza di regolamento su cui si sta discutendo in queste settimane

Alcune perplessità, già espresse attraverso una lettera inviata alle istituzioni lo scorso maggio, si riferiscono alla creazione delle Consulte di Quartiere: “Le nuove Commissioni di Quartiere – recita il testo - non cambiano gli spazi attuali, né li ampliano, ma invece sembrano complicarli pretendendo di moltiplicare dei presunti luoghi di partecipazione popolare che dovrebbero poi riferirsi ad uno spazio centrale. L’idea di democrazia che ne deriva è alquanto discutibile poiché non ci riconosciamo in attività assembleari che non hanno alcun titolo di rappresentanza.”

Nel documento venivano anche fatte delle proposte, tra cui l'assegnazione alle Circoscrizioni di risorse e compiti adeguati a rispondere alle necessità dei quartieri, oltre alla responsabilità di costituire tavoli di progettazione partecipata, e la possibilità di assistere alle sedute delle Commissioni in remoto.

In audizione, la presidente dei Comitati Adriana Romeo ha ampliato il campo di discussione ai cosiddetti “Laboratori tematici” a partecipazione popolare, da istituire su proposta delle stesse Consulte: “È ambizioso - ha dichiarato – pensare che almeno dieci persone partecipino in ogni Circoscrizione, soprattutto in quei territori dove l'impegno civico non è così sviluppato. A noi, comunque, non interessano le contrapposizioni tra i vari livelli amministrativi ma la garanzia della rappresentanza elettiva. Ben vengano nuovi strumenti per allargare la partecipazione, in coordinamento con le stesse Circoscrizioni.”

A rassicurare tutti ci ha pensato la presidente della Commissione Speciale Maura Paoli: “Il numero minimo - ha risposto – di partecipanti è necessario a garantire una certa rappresentatività. I laboratori, di durata limitata nel tempo, saranno lo strumento più concreto di tutta la progettazione: verranno istituite direttamente dalla Consulta per discutere di tematiche specifiche; il 70% dei componenti apparterrà alla Consulta stessa, ma la parte restante verrà scelta dall'esterno proprio per allargare la partecipazione. In questo caso, la democrazia diretta non si sovrappone a quella rappresentativa ma la supporta grazie alla presa di coscienza dei cittadini che si iscriveranno.”

Marco Berton