Economia e lavoro - 29 giugno 2020, 19:18

Arriva la Lazio: davanti al Golden Palace tornano a manifestare i lavoratori "in bilico"

Schipano (Filcams Cgil): "Per ora è arrivata la cassa integrazione di marzo, ma ci sono ancora troppe incertezze sul futuro di tanti addetti e non si sa nulla sui mesi di dicembre e gennaio"

Si sono dati appuntamento alle 18.30, in via Arcivescovado 18, davanti al Golden Palace di Torino, uno dei più importanti hotel di lusso della città.

E' l'ora in cui il caldo comincia a dare un po' di tregua, in questa settimana che porta alla fine di giugno, ma è anche l'orario in cui è annunciato l'arrivo della Lazio: la squadra di Simone Inzaghi è giunta sotto la Mole per sfidare domani pomeriggio il Torino e cercare di accorciare le distanze sulla Juventus capolista, ma soprattutto è un'occasione di visibilità per quei lavoratori che ormai da mesi chiedono garanzie per il proprio futuro. 

Sono circa 60 gli addetti coinvolti da una crisi che rischia di lasciare sul campo moltissime persone e che già nei mesi passati aveva visto la Filcams-Cgil attivare forme di protesta come il video in cui i lavoratori chiedevano risposte a Comune e Regione, in un territorio come quello torinese che dice di voler puntare sul turismo. "Siamo qui per il Golden Palace, ma è un discorso che vale un po' per tutto il settore in generale", spiega Enea Schipano, della Filcams.

A pesare, su queste 60 storie personali e così difficili, l'effetto-pandemia. Ma anche in precedenza avevano dovuto subire colpi importanti. Come i guai giudiziari che, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere anche l'ex esponente di Fratelli d'Italia, Roberto Rosso, avevano visto coinvolta la OJ Solution e in particolare la Mover, che ne faceva parte. Era dicembre e da quel momento è iniziata la picchiata. "Nessuno ha ancora saputo dire cosa ne sarà degli stipendi di dicembre e di gennaio - prosegue Schipano - per i lavoratori che erano impiegati presso di loro con i servizi esternalizzati al Golden Palace".

Per febbraio, un 80% era stato pagato. "Ora dovrebbe arrivare il 20% mancante - dice il sindacalista - e nel frattempo è finalmente arrivata la cassa integrazione di marzo. Ma non si può andare avanti così. Queste persone meritano risposte e certezze, soprattutto chi lavora a chiamata e ha introiti ancora inferiori. E tutto il settore ne merita".

E così, in attesa degli esiti di un processo che dovrebbe cominciare a luglio, oggi è stato il giorno per riaccendere i riflettori sulla vicenda. "Qualcuno viene chiamato a lavorare, ma non c'è chiarezza sul mantenimento dei posti di lavoro, mentre ci sono voci sul futuro di ristorante e bar che non lasciano tranquilli".

Massimiliano Sciullo