Politica - 15 luglio 2020, 13:05

Terzo mandato di Christillin all'Egizio, M5S e centrodestra continuano a frenare

Valle e Sarno (Pd): "I contatti tra Comune e Regione per organizzare la commissione congiunta sulla modifica dello statuto (per il via libera al terzo incarico ndr) non hanno ancora neanche individuato una data"

La strada per il terzo mandato di Evelina Christillin alla guida della Fondazione Museo Egizio è ancora al momento sbarrata dal M5S e centrodestra, che continuano a fare “melina” in Regione. Nelle scorse settimane il Presidente Alberto Cirio aveva personalmente assicurato che si sarebbe stato modificato lo statuto – che al momento prevede il limite dei due incarichi -  per consentire alla “signora delle Olimpiadi” di occupare nuovamente la presidenza del più noto museo di Torino.

Un via libera su cui i pentastellati e la maggioranza a Palazzo Lascaris stanno provando a temporeggiare, chiedendo un approfondimento con la commissione consiliare cultura della Città. Oggi, come spiegano i consiglieri del Pd Daniele Valle e Diego Sarno, “è emerso che i contatti tra Comune e Regione per organizzare la commissione congiunta sulla modifica dello statuto, se mai sono avvenuti, non hanno ancora neanche individuato una data”.

È chiaro – continuano i due esponenti dem - che questo continuo prendere tempo, con la sospensione estiva che incombe e la necessità di approvare poi il provvedimento in aula, nasconde l'intenzione del centrodestra di non dare il via libera alla modifica, smentendo le rassicurazioni pubbliche del presidente Cirio”. Nel M5S c'è chi non vede di buon occhio da sempre la Christillin. Ad inizio giugno la consigliera regionale Francesca Frediani aveva chiesto esplicitamente alla giunta Cirio di dire no al tris, mentre la capogruppo Valentina Sganga si era espressa contro "la lunga sfilza di poltrone e di prestigiosi incarichi" accumulati in carriera dalla Presidente della Fondazione.

Per Valle e Sarno il museo Egizio merita “un trattamento diverso e almeno un dibattito tra posizioni franche, non questi sotterfugi da prima repubblica".

Cinzia Gatti