Eventi - 21 luglio 2020, 14:32

Il Regio riparte il 28 ottobre con un concerto: recuperate produzioni pre Covid, in estate si punta a Parco Dora

Contemporaneità al Piccolo Regio. Tra i super ospiti, l'architetto spagnolo Calatrava. Schwarz: "Stagione che tiene conto del bilancio preventivo e preserva contratti degli artisti: continuo a fare il mio lavoro fino alla decisione del commissario"

“La musica è cura per corpo e anima: gli spettatori tornino in teatro in tutta sicurezza”. È questo il messaggio lanciato dal sovrintendente del Regio di Torino Sebastian Schwarz annunciando alcune anticipazioni rispetto alla prossima stagione 2021/21, mentre da pochi giorni è iniziata la rassegne estiva “diffusa” in città. “Dobbiamo mandare un segnale di contenuto, di visione, in modo che si torni a parlare della nostra musica e non più di altre questioni”, ha aggiunto. 

Un assaggio qualitativo di quanto, in termini di nomi, presenze e quantità, verrà meglio divulgato a settembre, in viste ufficiale. 

“Il nostro compito - ha spiegato Schwarz - è proporre vasta gamma di racconti, in termini di interpretazioni e scelte registiche. Stiamo cercando di proporre un bouquet variopinto di diversi modi di fare teatro, anche ricorrendo a scenografie ridotte e migliorando allo stesso tempo le tecnologie”. 

Una scelta programmatica, per la ripresa dell’attività post pandemia, che vedrà l’inaugurazione della stagione il 28 ottobre con concerto, diretto da Stefano Montanari, con il coro e l’orchestra del Regio. 

Resta l’incognita sulla capienza della platea, a oggi con il limite dei 200 posti, che l’ente lirico spera di veder raddoppiare nel corso dei mesi, a seconda dell’andamento dei contagi da Covid-19, fino a ripristinare la situazione originaria. 

“A novembre, dopo 50 anni di assenza dal nostro palco, accoglieremo nuovamente la Jenůfa, un'opera in tre atti di Leoš Janáček per la regia di Christof Loy - ha annunciato il sovrintendente -: uno psicodramma che potrebbe leggersi come il racconto intimo, interiore di una delle protagoniste”. 

Saranno anche riproposte tre diverse produzioni cancellate allo scoppio dell’emergenza sanitaria, tra cui la Bohème, diretta da Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, la cui scenografia è rimasta allestita, speranzosa, malgrado la chiusura dei luoghi di spettacolo a fine febbraio. “Una produzione molto importante - conferma Schwarz -, per la quale abbiamo anche recuperato la maggior parte degli interpreti della produzione prevista per lo scorso marzo. È nostro dovere salvaguardare quanto possibile, dopo che tanti artisti hanno perso un anno di lavoro”.

La nuova stagione coinvolgerò anche il Piccolo Regio, che ospiterà alcune opere mai viste a Torino, come La scuola dei gelosi di Antonio Salieri, datata 1778, frutto di un lungo lavoro di recupero filologico e di digitalizzazione commissionato anni fa dallo stesso Schwarz presso la Biblioteca di Vienna, 

Ma l’obiettivo per il “nuovo corso” del Regio è soprattutto quello di avvicinare un nuovo pubblico, specie tra le fasce giovanili. Ed ecco che Il flauto magico, nella famosissima regia di Berry Kowski, proporrà un immaginario visionario e fumettistico degno di Torino città del cinema. Allo stesso modo, il Piccolo Regio vedrà alternarsi titoli prettamente contemporanei, per indurre lo spettatore “a vedere e cogliere le trame del nostro tempo”, spiega Schwarz, “che potrebbero a loro volta essere interessanti per il pubblico di domani, allo stesso modo in cui noi oggi continuiamo a guardare i classici. Un percorso da seguire negli anni a venire”. Tra gli esempi di questo filone connesso all’attualità, il compositore inglese Thomas Adès con la sua primissima opera, Powder Her Face, datata 1995. 

Tra le vecchie produzioni del Regio recuperate, anche La passione secondo Matteo, prevista per Pasqua 2021, e il Don Pasquale, per la regia di Ugo Gregoretti. 

Tra le chicche preannunciate, la presenza dell’architetto di fama mondiale Santiago Calatrava, che per il Regio allestirà la scenografia della sua prima opera lirica, i Dialoghi delle carmelitane, diretti da Sophie Hunter, regista di prosa. “In suo onore - ha detto Schwarz - vorremmo organizzare un convegno con il Politecnico sull’architettura in teatro”. 

Infine, la prossima stagione vedrà anche l’apertura di un filone dedicato alla lirica slava contemporanea, mentre il cartellone si chiuderò a maggio con L’opera seria di Florian Leopold Gassmann, per lasciare quindi spazio ai lavori interni e spostare la programmazione all’esterno.

“Stiamo lavorando con il Comune - ha detto Schwarz - per allestire un palco a Parco Dora, proponendo Traviata, Il Barbiere di Siviglia e Pagliacci. Ci saranno ovviamente le poltrone per il pubblico più formale, ma ci rivolgiamo soprattutto alle famiglie e ai gruppi di amici che vogliano fare un picnic sul prato. Non dico di voler fare come a Woodstock, ma a nostro modo l’atmosfera dovrebbe essere quella”. 

La vendita di biglietti e abbonamenti partirà da settembre, quando saranno chiare le disposizioni in termini di capienza e accessi. 

“Siamo stati molto prudenti, come spese per la stagiona, basandoci sul nostro bilancio preventivo approvato - ha concluso Schwarz -, e tenendo anche conto delle difficoltà economiche del pubblico. Per il futuro, io ho dato la mia disponibilità: sappiamo che il mio contratto ha una scadenza, vedremo quando arriverà il commissario. Nel frattempo continuo a fare il mio lavoro come sempre”. 

Manuela Marascio