Pazienti piemontesi costretti da mesi ad interrompere le cure a base di canapa terapeutica, perché i farmaci sono bloccati alla dogana. A denunciare il problema in Consiglio Regionale, tramite un’interrogazione a risposta immediata, il capogruppo di LUV Marco Grimaldi che ha chiesto di insediare produzioni locali DOCG di canapa per garantire le cure.
Nonostante una legge regionale del 2015, a prima firma appunto di Grimaldi, che ha riconosciuto il diritto di ogni cittadino a ricevere cure a base di cannabis, al momento il Piemonte dipende dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o dall’importazione dall’estero del medicinale. Farmaco, come ha spiegato l’esponente della minoranza, “fermo in dogana da gennaio: è accettabile far attendere persone gravemente malate?”. “La situazione è molto grave – continua – non possiamo spingere pazienti gravi, e i loro famigliari, a scegliere tra la cura e il sollievo dal proprio dolore e l’illegalità: per ovviare al mancato approvvigionamento di canapa medica dobbiamo spingere i cittadini a coltivarsela per conto proprio a loro rischio e pericolo o, peggio, chiedere al proprio nipote di reperirla da amici?"
“Abbiamo le competenze e la possibilità di insediare una o più produzioni locali di canapa da farmaco. Serve una ‘Denominazione di origine controllata e garantita’ (DOCG): da Carmagnola al Canavese possiamo tornare ad essere ad essere terra di canapa come agli inizi del ‘900, quando l’Italia coltivava quasi 100 mila ettari di quella industriale, secondo maggior produttore al mondo” ha concluso Grimaldi.
"Nel periodo precedente all'emergenza Covid19 - ha replicato l'assessore Vittoria Poggio, leggendo la risposta del collega alla Sanità Luigi Icardi - era previsto da parte dell'Istituto farmaceutico militare il raddoppio della capacità produttiva da 150 a 300 kg l'anno. Sappiamo che è in fase di definizione un progetto per migliorare la coltivazione delle piante, anche per la produzione dell'estratto oleoso su base industriale" “In attesa di questo aumento, la Regione collaborerà con le autorità nazionali per rimuovere gli ostacoli per una rapida importazione del medicinale al fine di non interrompere le terapie in corso, garantendo la continuità di cura a tutti i pazienti trattati” ha concluso l’esponente della giunta Cirio.